CONFINDUSTRIA CRITICA L’ASSISTENZIALISMO DI STATO E POI CHIEDE LA CIG PER IL SOLE 24 ORE CHE HA AUMENTATO LE VENDITE DEL 6,3%
L’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI E’ ANCHE L’EDITORE CHE LA PROPOSTO DI APPLICARE AI GIORNALISTI LA CASSA INTEGRAZIONE COVID, CON UN TAGLIO DEGLI STIPENDI DEL 25% NONOSTANTE IL GIORNALE ABBIA AUMENTATO GLI UTILI
“Chiediamo la restituzione delle accise sull’energia, il pagamento dei debiti della Pa e maggiore liquidità ”. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è presentato all’appuntamento con il premier Giuseppe Conte agli Stati Generali di Villa Pamphilj con una corposa lista di richieste, buona parte delle quali di soldi pubblici arretrati che la pubblica amministrazione deve alle imprese.
Ma si è presentato anche con il peso di un ennesimo sciopero dei giornalisti del Sole 24 Ore che il comitato di redazione ha annunciato per oggi sul sito e domani per il quotidiano.
La ragione delle braccia incrociate è la richiesta di cassa integrazione Covid per i giornalisti del quotidiano, nonostante non ci sia un calo di produzione legato all’epidemia e anzi siano stati registrati numeri record per vendite in edicola e per contatti online.
I giornalisti del quotidiano finanziario edito dall’associazione sono entrati in sciopero perchè ritengono “inaccettabile” la proposta dell’editore di applicare a tutti la cassa integrazione Covid, con un taglio dello stipendio del 25% per il secondo semestre 2020.
Una decisione che desta “sconcerto” tra i redattori per due ragioni su tutte: i risultati brillanti della carta (+6,3% nelle vendite a marzo) e dell’online (+145%) ottenuti grazie al lavoro di gruppo durante il lockdown, e la decisione dell’azienda di riconoscere dei premi all’amministratore delegato e ai dirigenti con responsabilità strategiche (90mila euro per l’ad, e 180mila complessivi per gli altri secondo i numeri forniti dal giornalista Gianni Dragoni).
Non è un bel biglietto di presentazione per chi, da quando si è insediato al vertice di Viale dell’Astronomia, non ha esitato un minuto per tirare bordate sul Governo “che fa più danni del Covid”, additandone la malsana gestione durante l’epidemia.
“L’Italia sta scegliendo di favorire l’assistenza invece di liberare l’energia del settore privato. Mi aspettavo dal Governo un piano ben dettagliato con un calendario e obiettivi specifici. Questo piano non si è visto, noi abbiamo portato il nostro”, aveva detto alla vigilia.
Istanze più che legittime quelle avanzate da Bonomi in un momento di grave difficoltà per tutto il tessuto economico, ma che stridono non poco con la richiesta dal sapore assistenzialista di cassa integrazione per la redazione del Sole in un contesto di crescita sia in edicola che online. Una decisione che rischia, a detta dei giornalisti, anche di mettere a serio rischio la realizzazione di diversi prodotti dal momento che la cassa integrazione prevede la riduzione dell’orario di lavoro.
(da agenzie)
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