CONTE PROVA A DARE LA SUA VERSIONE SUL CONCORSO VINTO CON ALPA MA SE STAVA ZITTO FORSE ERA MEGLIO
LA LETTERA A “REPUBBLICA” E LA REPLICA DEL QUOTIDIANO
Oggi Giuseppe Conte scrive una lunga lettera a Repubblica per spiegare la sua versione della vicenda del concorso che ha vinto all’Università Vanvitelli di Caserta e nel quale è stato giudicato dal suo maestro Guido Alpa.
La storia è stata raccontata nei giorni scorsi da Giuliano Foschini sul quotidiano di Mario Calabresi e punta soprattutto sul fatto che quando Conte fece il concorso aveva già uno studio con Alpa: secondo il suo curriculum, nel 2002 l’attuale Presidente del Consiglio collaborava professionalmente con Guido Alpa, suo maestro all’Università . Ma secondo l’articolo 51 del codice di procedura civile la collaborazione professionale è un elemento che causa l’incompatibilità tra chi esamina e chi è esaminato.
La versione di Conte è che quello non fosse uno studio professionale perchè i due erano semplicemente coinquilini (ma con segreteria in comune):
A differenza di quanto riportato, io e il prof. Alpa non abbiamo mai avuto uno studio professionale associato nè mai abbiamo costituito un’associazione tra professionisti. Sarebbe bastato ai suoi giornalisti chiedere in giro, senza profondersi in sofisticate investigazioni, per scoprire che Alpa, all’epoca dei fatti, aveva sì uno studio associato, ma a Genova, con altri professionisti.
Mentre a Roma siamo stati “coinquilini” utilizzando una segreteria comune, che serviva anche altri studi professionali, tutti collocati nello stesso stabile, come spesso avviene nel mondo professionale, dove è frequente che diversi professionisti si ritrovino a condividere un medesimo indirizzo professionale, anche solo per economia organizzativa, mantenendo tuttavia distinte le rispettive attività professionali.
Peraltro, a conferma della distinzione delle attività professionali vi è il fatto che io ho stipulato un contratto di locazione per l’appartamento sito al piano superiore e Alpa per l’appartamento sito al piano inferiore, entrambi a Roma, in piazza Benedetto Cairoli 6.
Ovviamente Conte è smentito dal suo stesso curriculum, o meglio: nel suo curriculum ha parlato di apertura di un nuovo studio locale con Alpa perchè questo evidentemente avrebbe dato maggior valore al suo cursus honorum; oggi lo nega perchè questo è fonte di guai.
Se non mente oggi, ha evidentemente mentito quando nel curriculum ha scritto di aver aperto uno studio con Guido Alpa.
Conte poi approfitta della lettera per ribadire la linea Di Maio sui giornali: ” Siamo sicuri che le difficoltà con cui attualmente si sta confrontando un po’ tutta la carta stampata siano da ricondurre ai nuovi strumenti info-telematici e non anche, quantomeno in parte, alla rinuncia a coltivare più rigorosamente il proprio mestiere, fidando nell’approfondimento critico delle notizie e nella verifica rigorosa delle fonti?”.
E poi piazza l’affondo:
Nei mesi scorsi molti dei Suoi giornalisti mi hanno sollecitato a concedere interviste e a riferire notizie di “prima mano”. Quanto alle notizie, mi darà atto che, nel corso delle varie conferenze stampa, ho sempre risposto in modo puntuale e cortese anche ai Suoi giornalisti. Ci mancherebbe altro. Quanto all’intervista confermo il diniego. Il Suo giornale sta esibendo nei miei personali confronti un’ostilità talmente preconcetta e denigratoria che non intendo rilasciarle interviste.
Considerato però il mio incarico e considerato altresì che Lei è il direttore di una testata giornalistica Le ho rivolto, ormai qualche tempo fa, un invito a venire a Palazzo Chigi. L’ho invitata per avere un confronto sul momento attuale che sta vivendo la carta stampata, sullo stato dell’informazione e su altre rilevanti questioni per il nostro sistema democratico. Ero e resto disponibile a riceverLa, come pure ho fatto con altri direttori di altrettante testate giornalistiche. L’unica condizione che ho posto è che si possa video-registrare il nostro incontro in modo che avvenga in piena trasparenza e che di esso sia reso partecipe il più ampio pubblico. Lei ha sin qui declinato il mio invito. Che sia la volta buona?
La risposta di Repubblica
La risposta di Repubblica arriva prima con una replica nel merito di Mensurati e Foschini, che hanno scritto i due articoli sul professor Alpa e il professor Conte:
Ma il conflitto di interesse è questione oggettiva e non soggettiva, e non attiene soltanto alla sfera legale. Non ritiene il presidente del Consiglio esista un’enorme questione di opportunità a farsi giudicare da una persona con cui si è lavorato insieme, stabilmente, fino al giorno prima del concorso e con il quale si è poi continuato a lavorare dopo con costanza? Infine: il premier dice di essere stato soltanto un «coinquilino del professor Alpa utilizzando una segreteria comune…mantenendo tuttavia distinte le rispettive attività professionali». Non è curioso che due professionisti che si occupano degli stessi argomenti in cause milionarie, non condividendo alcuna attività professionale, ma soltanto un appartamento su due piani, abbiano tuttavia uno stesso numero di telefono di studio, lavorino insieme in svariate occasioni, accademiche e professionali, e si sostituiscano a vicenda nella cause che, a loro dire, separatamente patrocinano?
E dopo con la risposta di Calabresi all’invito per il colloquio videoregistrato:
Gentile presidente del Consiglio, la ringrazio per l’invito ma come le ho detto in precedenza non riesco a comprendere il senso di un incontro in cui il giornalista non può fare domande, perchè la possibilità di un’intervista o di un colloquio è negata in partenza. Mi invita ad un incontro conoscitivo informale da trasmettere però in streaming. La formula non mi turba, seppur irrituale, ma la registrazione è giusto che appaia anche sul sito di Repubblica e sul giornale.
(da “NextQuotidiano”)
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