CONTE RINNOVA IL CONTRATTO DA 300.000 EURO A BEPPE GRILLO PER I “PROGETTI COMUNICATIVI”, MA LUI IGNORA IL M5S
NON SI E’ NEANCHE PRESENTATO ALLE URNE PER IL VOTO A GENOVA… E ORA IL SUO COMPENSO ANIMA LE DISCUSSIONE INTERNE
Giuseppe Conte l’aveva promesso e, parlando alla festa del Fatto ieri, spiega di aver mantenuta la parola: il contratto di Beppe Grillo con il Movimento 5 Stelle è stato rinnovato. Il garante e fondatore del partito dalla primavera del 2022 ha una consulenza proprio con il ‘suo’ M5S; una cifra attorno ai 300 mila euro per “aiutarci nelle campagne elettorali, per quanto riguarda suggerimenti nella comunicazione, per elaborare proposte e progetti comunicativi”, parola dello stesso ex presidente del Consiglio.
Attorno a questo contratto sin dall’inizio si discute molto, dietro le quinte e non solo: in chiaro però c’è il lavoro stesso del comico per il suo Movimento, come visto ampiamente remunerato. E se si va a vedere ciò che produce in termini di contenuti beppegrillo.it, cioè la principale vetrina comunicativa di Grillo, il M5S di fatto non esiste. Ci sono alcuni temi e personaggi vicini al Movimento, questo sì: salario minimo, tutela ambientale, mobilità sostenibile, lotta alla povertà. Ma del simbolo dei 5 Stelle, o di inviti al voto in occasione di passaggi elettorali, non ce n’è traccia.
Anche la partecipazione di Grillo a eventi pubblici del partito è rarefatta, ridotta a minuscoli spot non sempre utilissimi, come quando ad esempio le sue parole sulle ‘brigate di cittadinanza’ lo scorso giugno alla manifestazione di Roma in difesa del reddito fecero più baccano che altro. E nel suo ultimo spettacolo, Io sono il peggiore? Anche lì il M5S viene citato solo per sbaglio. Una disaffezione plateale, come quando nella sua Genova al voto per il Comune, l’anno scorso, il comico disertò addirittura le urne. Il disamore sarebbe anche normalissimo, non ci fossero i soldi di mezzo.
Così la domanda ricorrente è una: cosa viene pagato davvero a fare Grillo? Se l’apporto è solo in termini di idee, di sicuro come visto sono costosissime. Oppure – e questa è la versione più gettonata dall’interno, ovviamente detta a bassa voce – la cifra è più che altro un sistema per tenersi buono lo scomodo garante. Il fondatore è assai ingombrante e imprevedibile, ancora oggi ogni sua esternazione fa notizia; con Conte è sempre stato un rapporto fatto di alti e bassi, se non di reciproco sospetto. Le Europee sono dietro l’angolo e avere Grillo a ruota libera non è un buon affare per nessuno. Meglio insomma rinnovare il contratto. I soldi dopotutto al M5S non mancano: il bilancio del 2022 si è chiuso con attivo di 126 mila euro.
(da La Repubblica)
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