CONVOGLIO VIENNA-BUDAPEST: “LI PORTIAMO NOI IN MACCHINA IN GERMANIA, ORBAN PER FERMARCI DOVRA’ FAR INTERVENIRE L’ESERCITO”
NASCE DAL WEB L’INIZIATIVA DI CITTADINI COMUNI: DOMENICA DALL’AUSTRIA PARTE LA CAROVANA VERSO IL CONFINE CON L’UNGHERIA… RISCHIANO L’ARRESTO IN TERRITORIO UNGHERESE
Hanno paura che sia illegale, ma lo faranno lo stesso. Un convoglio di auto di cittadini comuni domenica mattina partirà dal Praterstadium di Vienna, destinazione Budapest. Obiettivo: dare un passaggio a migliaia di rifugiati verso la “libertà “, verso l’Austria e poi la Germania.
Se nel frattempo non si sarà sbloccata la situazione a livello politico è anche già fissato l’orario: alle 11 tutti in marcia sull’asfalto.
Come l’appello della professoressa islandese per chiedere al suo paese di ospitare più rifugiati, anche questa iniziativa (rischiosa) è nata su Facebook.
Si chiama “Convoglio Vienna-Budapest” e ha già raccolto più di 2000 partecipanti.
Auto, camioncini, furgoni, ogni mezzo. E inoltre cibo e medicinali.
“Vogliamo evitare altre morti di rifugiati dentro ai camion” spiegano dopo la notizia dei 71 cadaveri di profughi trovati in Austria la scorsa settimana.
Vogliono aiutare e lo faranno a ogni costo: rischiano a dare un passaggio ai rifugiati bloccati a Budapest, a cui oggi se ne sono aggiunti – cifra record per flusso migratorio in una sola giornata – altri 3.313. Vengono da Siria, Afghanistan, Pakistan.
Hanno paura soprattutto per quel che potrà accadere in Ungheria.
Oggi sono stati arrestati 4 attivisti, portati poi nella stazione di polizia di Budapest in stato di fermo, con l’accusa di “contrabbando di persone”.
Stavano per far salire sulle loro auto dei profughi con lo scopo di portarli fuori dal paese. Sulla vicenda è intervenuto anche il governo che sta prendendo decisioni.
Rischiano perchè trasportare persone senza documenti e senza offrire un servizio a pagamento (come taxi, per intenderci) in Ungheria potrebbe costare il carcere e in Austria multe di migliaia di euro.
Rischiano perchè, scrivono sul gruppo che ha comunque già contattato dei legali per provare a tutelarsi (e che ha sconsigliato l’operazione), “ci saranno diversi posti di blocco”. Si aggiorneranno al telefono o con Whatsupp l’un l’altro.
Da Vienna a Budapest ci sono almeno 250 km, 500 a fare andata e ritorno.
Passeranno l’intera giornata sulla strada: l’idea – perlomeno annunciata – è quella di chiedere al governo austriaco un “lasciapassare”, che la polizia non intervenga. “Leader politici non ci ostacolate, stiamo salvando vite umane!” scrivono.
Ma agli animi, sia quello dell’esecutivo austriaco sia quello ungherese (più rigido sulla vicenda), per ora sono orientati a non dare la minima autorizzazione all’evento.
“Se vorrà fermarci, Orban si prepari a muovere l’esercito” chiosano cinicamente su Facebook.
(da “Huffingtonpost”)
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