CORTE DEI CONTI: “GALAN DEVE PAGARE 5,2 MILIONI DI EURO”
“DANNO DI IMMAGINE ALLA REGIONE VENETO”
Gianfranco Galan deve pagare ancora.
A chiedere denaro, in questo caso per danno di immagine alla Regione del Veneto, è la Corte dei Conti di Venezia che ha avviato una istruttoria con pignoramento preventivo per ben 5,2 milioni di euro.
Il casus belli è legato alle dazioni per la realizzazione del Mose che, il Consorzio Venezia Nuova (Cvn) all’epoca dei fatti presieduto da Giovanni Mazzacurati, avrebbe dato all’ex ‘Doge’ poi divenuto ministro sotto il Governo Berlusconi, prima dell’Agricoltura e poi dei Beni culturali.
Gli atti – a firma del Procuratore Carmine Scarano – sono stati depositati una decina di giorni fa e si basano sul fatto che, con il ruolo di Governatore, Galan avrebbe provocato un pesante danno di immagine all’Ente che presiedeva.
La notizia circola a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Anno giudiziario della Corte contabile nel corso della quale proprio il Procuratore Scarano aveva manifestato il fatto che i suoi uffici già prima dell’inchiesta Mose – datata 2010 e chiusa nel 2015 con successivi patteggiamenti ed 8 rinvii a giudizio – avevano segnalato da tempo presunte gestioni di denaro pubblico sospette.
Per Galan una nuova ‘tegola’, considerato che per uscire dalla vicenda giudiziaria aveva patteggiato una condanna a 2 anni e 10 mesi di reclusione (li sta scontando dopo essere stato in carcere ai domiciliari) e 2,6 milioni di euro di multa.
Proprio per coprire questo esborso Galan si è trovato nella necessità di cedere all’erario la sua famosa ‘Villa Rodella’ a Cinto Euganeo sui colli sopra Padova.
Ora però l’ex Governatore non ha più cifre da capogiro per coprire eventuali nuove sanzioni economiche e se la tesi della Procura delle Corte dei Conti dovesse essere accolta, dovrebbe pagare cedendo le ultime proprietà solo a lui intestate in Italia.
Si tratta di un’abitazione e dei terreni per una cifra che non sfiora neppure il mezzo milione di euro.
Scatterebbe così, in toto, il pignoramento dei vitalizi che gli verrebbero elargiti dalla Regione del Veneto per il decennio di presidenza e quelli del Parlamento al momento della sua decadenza sulla quale da tempo è al lavoro un’apposita commissione. Vitalizi che per coprire la somma dovrebbero coprire alcuni lustri.
Ma per Galan il ‘rien va plus’ non è così scontato.
Come previsto dalla legge prima che scattino nuovi e futuri sequestri ha naturalmente il tempo per contro dedurre e difendersi di fronte ai giudici contabili per ottenere che la richiesta della Procura della Corte dei Conti venga respinta.
(da “Huffingtonpost”)
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