CRIMI: “VIA I DEPUTATI CHE HANNO VOTATO NO A DRAGHI”, MA LA PROBIVIRA ANDREOLA FRENA: “SOSPENDERE LE ESPULSIONI”
LA COMPONENTE DEL COLLEGIO: “PRIMA DEVONO ESSERE RICOSTITUITI GLI ORGANI DEL M5S”
Dopo l’espulsione dei 15 senatori che hanno votato No al governo Draghi, Vito Crimi annuncia la cacciata anche dei deputati che ieri hanno fatto lo stesso a Montecitorio. “Chi ha scelto di votare diversamente ha scelto di chiamarsi fuori da questo gruppo, lasciando dei vuoti. Ora le fila vanno serrate, affinchè l’azione del gruppo, della squadra, sia ancora efficace”, ha annunciato su Facebook il capo politico reggente del Movimento.
Una decisione attesa, ma destinata a creare ulteriori fratture e travagli tra i pentastellati.
A poche ore dall’annuncio arriva infatti l’alt di Raffaella Andreola, che fa parte del collegio dei probiviri, l’organo autonomo del M5s preposto alle pratiche disciplinari. “Il collegio dei probiviri si esprime all’unanimità dei propri membri su ogni provvedimento”, ha dichiarato a LaCnews24. “Ritengo opportuno sospendere in questo momento tutte le attività di ordinaria competenza e spettanza del collegio quali richiami, sospensioni ed espulsioni degli iscritti e portavoce del Movimento in attesa che vengano ricostituiti tutti gli organi del M5S“.
Insieme a lei fanno parte del collegio la ministra Fabiana Dadone e il consigliere regionale del Veneto Jacopo Berti.
Va premessa una cosa: per regolamento l’organo si esprime all’unanimità dei propri membri su ogni decisione. E qui c’è già la prima crepa, perchè Andreola è contraria all’espulsione immediata. “Ritengo opportuno sospendere in questo momento tutte le attività di ordinaria competenza e spettanza del collegio quali richiami, sospensioni ed espulsioni degli iscritti e portavoce del Movimento in attesa che vengano ricostituiti tutti gli organi del M5S”, sono le sue parole al sito LaCnews24. Sempre secondo Andreola inoltre Crimi in questa fase non è completamente operativo, visto che lo Statuto del M5S è stato modificato dagli iscritti mercoledì scorso, superando la figura del capo politico (e quindi anche del reggente) per istituire il direttorio di cinque persone. Insomma, ogni decisione va congelata.
Se effettivamente così fosse, o se perlomeno Andreola tenesse il punto, significherebbe che le espulsioni dei 15 senatori e dei 16 deputati che hanno detto no alla fiducia non sono fattibili. E che i propositi di Barbara Lezzi e Nicola Morra, cioè candidarsi per il direttorio, potrebbero concretizzarsi.
Alla Camera il drappello di parlamentari che sono andati contro le indicazioni degli iscritti su Rousseau — che la settimana scorsa si sono espressi a maggioranza per il via libera all’ex capo della Bce — è stato più consistente delle attese. In 16 hanno espresso voto contrario, 12 erano assenti e 4 si sono astenuti.
A poco è servito il richiamo all’unità lanciato da Beppe Grillo: “Perseverare alla Camera dei deputati. I Grillini non sono più marziani. I Grillini non sono più marziani”, aveva scritto in un post, tentando di blindare il Sì a Draghi.
La prima reazione all’espulsione è quella della deputata Emanuela Corda: “Come fa il nulla a espellermi dal nulla?”, dice all’Adnkronos. “La decisione di Crimi mi fa ridere sinceramente, ma io sono serena. Sono convinta di ciò che ho fatto e lo rifarei”, rimarca la parlamentare sarda.
“L’espulsione? Non ho ricevuto comunicazioni da nessuno“, aggiunge il collega Pino Cabras, anche lui tra i dissidenti nel voto di fiducia a Draghi, che non esclude la nascita di un nuovo gruppo anche a Montecitorio. “Un nuovo soggetto politico dei dissidenti grillini? Serve un’opposizione organizzata. Un passo alla volta, senza forzature“, spiega. “Come ho sempre fatto nella vita, mi assumerò le mie responsabilità .
A giudicare dai commenti all’ultimo post di Crimi (e non solo a quello), nel Movimento 5 Stelle bisogna aprire una lunga riflessione”, commenta invece Maria Laura Paxia, che in Aula si è astenuta.
Intanto la vicepresidente del Senato Paola Taverna torna a chiedere unità : “Forse questo è il giorno di quiete che aspettavamo per iniziare a curare le ferite. Ed io farò del mio meglio nel dare il mio contributo. Ricordo che tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni e compagni di tante battaglie. Serve unità adesso, perchè proprio in questo momento comincia la nostra più grande partita”
(da agenzie)
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