CRISANTI CONTRO CERTI COLLEGHI: “SE I SINTOMATICI SONO SEMPRE MENO COME DITE, ALLORA DA DOVE VENGONO GLI ATTUALI CONTAGI?”
“A SENTIRE CERTE TESI ASSURDE MI CADONO LE BRACCIA”
Una affermazione di base, che riguarda la lettera dei dieci scienziati (tra cui il professor Alberto Zangrillo del San Raffaele, ma anche Remuzzi dell’istituto Mario Negri) che parla di una minore carica virale del coronavirus e che manifesta ancora dubbi sul contagio degli asintomatici: il professore Andrea Crisanti, il pioniere del modello Vo’ e del contenimento dell’epidemia in Veneto, ha affermato che «gli cadono le braccia» quando sente parlare di asintomatici non contagiosi.
Mette di fronte al giornalista del Corriere della Sera che glielo chiede un’evidenza difficilmente contestabile, che non si basa su calcoli statistici complessi, ma su quello a cui assistiamo ogni giorno.
«Visto che i sintomatici sono sempre meno — ha detto Crisanti -, qualcuno mi può spiegare da dove originano tutti questi nuovi contagi? Cadono dal cielo? E in ogni caso non si possono paragonare gli asintomatici riscontrati durante il picco rispetto a quelli di oggi che potrebbero esserlo sia per bassa carica virale, sia perchè nel frattempo hanno sviluppato gli anticorpi».
Dunque, non sembra esserci spazio per gli equivoci: gli asintomatici contagiano, inutile addurre argomentazioni come quella dell’Oms che ha fatto confusione sul tema o altre teorie sulla trasmissione dell’epidemia. Tanto più che il coronavirus, è riconosciuto, interessa una popolazione compresa tra i 25 e i 55 anni, perchè più socialmente attiva. Tuttavia, questi ultimi — molto spesso — non presentano sintomi, ma fungono da vettori per colpire le fasce più deboli della popolazione, quelle più anziane dove, non a caso, il tasso di gravità del virus e di mortalità è molto più alto della fascia 25-55 anni.
Secondo Andrea Crisanti, dunque, la lettera dei dieci scienziati che ha avuto molto spazio nel dibattito mediatico italiano degli ultimi giorni ha avuto un uso inopportuno.
(da agenzie)
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