CROLLO MORANDI, IL PROCURATORE COZZI: “LETTERA SUL ‘DEGRADO IMPRESSIONANTE DEL PONTE’ IGNORATA DAL MINISTERO SEI MESI PRIMA DELLA TRAGEDIA”
“SE FOSSERO STATI ASCOLTATI ALLARMI, IL PONTE NON CROLLAVA”… LE RESPONSABILITA’ DEL MINISTERO DELL’ALLORA GOVERNO M5S-LEGA
“Se si fossero ascoltati gli allarmi, se si fosse tenuto conto delle relazioni di esperti e tecnici, chissà come sarebbe andata. Sicuramente il Morandi non sarebbe crollato”.
E’ l’amara constatazione del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che arriva nella settimana in cui sono cominciati gli interrogatori delle nove persone che hanno chiesto di essere sentite dopo la chiusura delle indagini sul crollo del viadotto (14 agosto 2018, 43 vittime).
Tra gli allarmi inascoltati anche quello del professor Antonio Brencich, indagato nell’inchiesta. L’architetto il 29 febbraio 2018 mandò una mail a Salvatore Buonaccorso del Provveditorato alle opere pubbliche per Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
In quella mail, mandata a ridosso della riunione per approvare il progetto di retrofitting sul Morandi, Brencich sottolineava come emergesse “uno stato di degrado del ponte impressionante, addirittura con la rottura di alcuni dei cavi metallici degli stralli… uno stato generale di degrado del calcestruzzo e delle armature dell’impalcato, un pessimo stato di conservazione e una incredibile pessima prestazione del manufatto. Quello che emerge dalla lettura dei documenti progettuali è la discrasia estrema tra l’attenzione nel controllo e nella manutenzione del ponte posta dal gestore e l’incredibile pessima prestazione di una struttura con soli 50 anni di servizio”.
Quella stessa mail venne poi inoltrata da Buonaccorso al provveditore Roberto Ferrazza e altri dipendenti del provveditorato. Ma, come emerso dalle indagini, quei rilievi non vennero presi in considerazione e il progetto di retrofitting per le pila 9 (quella crollata) e 10, previsto per ottobre 2018, non si concretizzò perché il crollo avvenne prima.
Se fossero stati considerati, hanno scritto i pm Massimo Terrile e Walter Cotugno, “il ponte andava interdetto al traffico”.
I provveditorati alle opere pubbliche sono organi di amministrazione del Ministero dei lavori pubblici decentrati nelle regioni. I provveditori alle opere pubbliche rispondono al Ministro per i lavori pubblici di tutto quanto si attiene alle attribuzioni loro assegnate e sono vincolati all’osservanza delle direttive e delle disposizioni impartite dal Ministro. Nell’esercizio delle loro attribuzioni i provveditori alle opere pubbliche hanno la rappresentanza giuridica del Ministero dei lavori pubblici di fronte ai terzi ed in giudizio dinanzi a qualsiasi giurisdizione ordinaria o speciale.
(da agenzie)
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