DA LUNEDI’ 29% DI DOSI PFIZER IN MENO, MENTRE L’ITALIA E’ PRIMA IN EUROPA CON UN MILIONE DI VACCINATI
ARCURI: “AZIENDA CI RIPENSI O AZIONI LEGALI”… A RISCHIO CALENDARIO VACCINALE
Più di un milione di italiani ha già ricevuto il vaccino anti-Covid. Ma ora arriva l’allarme del commissario straordinario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri: “Da lunedì Pfizer consegnerà il 29% di dosi in meno: l’azienda ci ripensi o prenderemo provvedimenti”.
Un rallentamento consistente nell’approvvigionamento di dosi che manda in crisi la campagna vaccinale e la somministrazione delle seconde dosi per tutte quelle Regioni che non hanno messo da parte scorte sufficienti.
“Alle 15,38 di oggi la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, nè tantomeno in che misura” è la nota, inquietante, diffusa dalla struttura commissariale.
Il Commissario all’emergenza ha inviato quindi una formale risposta a Pfizer Italia, nella quale “esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi”.
L’allarme era stato lanciato già nel pomeriggio dai ministri della Sanità di sei Paesi dell’Ue che in una lettera congiunta alla Commissione europea avevano espresso la loro “seria preoccupazione” per i ritardi nella consegna di Pfizer-BioNTech, definendo la situazione “inaccettabile”.
Era stata la stessa azienda americana a confessare: “Pfizer sta lavorando duramente per fornire più dosi di quanto inizialmente previsto con un nuovo obiettivo dichiarato di 2 miliardi di dosi nel 2021”. Le modifiche da apportare alla struttura di produzione “richiedono ulteriori approvazioni normative” e pertanto potrebbero esserci “fluttuazioni nei programmi di ordini e consegne nello stabilimento belga di Puurs”. Rallentamenti, giustificati dalla volontà di implementare la produzione, quantificati dal governo di Berlino in 3-4 settimane.
Nel pomeriggio Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, aveva affermato che “l’azienda mi ha assicurato che tutte le dosi ordinate saranno consegnate nel primo trimestre”. E dall’Italia, il direttore del Dipartimento di malattie infettive, Gianni Rezza, rassicurava: “Non mi risulta ufficialmente per ora un ritardo, ma non mi sembra che ci siano problemi”. E invece, poco prima delle 20.30, è arrivata la doccia fredda.
Le dosi, già giudicate insufficienti dalle Regioni più virtuose, rischiano ora di esaurirsi a breve, bloccando così la campagna vaccinale che ora dovrà essere seriamente rimodulata. Per i richiami già programmati alcuni territori hanno già intaccato la scorta del 30%.
Tanto che, riporta l’Ansa, alcuni medici avrebbero addirittura affermato che “se necessario saranno utilizzati per la seconda dose anche i recenti arrivi delle fiale di Moderna”.
Impossibile al momento: come ha spiegato nei giorni scorsi Repubblica, nei “bugiardini” pubblicati sul sito dell’Aifa dei due diversi vaccini fin qui disponibili – Pfizer e Moderna, appunto – è esplicitamente scritto che “non sono a oggi note compatibilità tra i due sieri” per cui chi ha ricevuto la prima dose di una marca deve avere la seconda della stessa azienda.
Una notizia inattesa proprio nel giorno in cui l’Italia ha tagliato il traguardo del milionesimo vaccinato, raggiunto in poco più di due settimane dal V-Day del 27 dicembre scorso.
Un primato che può vantare per ora l’Italia, considerando il numero assoluto di somministrazioni, tra i Paesi membri dell’Unione europea.
Secondi alla Danimarca se si confronta con il numero di abitanti.A dare la notizia è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che sui social ha ringraziato “i cittadini e il nostro Servizio sanitario nazionali per la risposta straordinaria” invitando “ad andare avanti così, mantenendo sempre alta la guardia”.
“Entro fine mese o al massimo inizio febbraio comincerà anche la fase di vaccinazione degli over 80 – annunciava nel pomeriggio Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive – Per ora le tabelle di marcia vaccinali sono rispettate e addirittura anticipate”. Ora serpeggia il dubbio che anche il calendario possa subire dei rallentamenti.
“Stiamo lavorando su un documento – aggiunge – che classifica le varie categorie di popolazione e questa è la vera fase 2, e valuta anche la numerosità delle diverse fasce, ma si deve evitare una guerra tra categorie. Le priorità saranno basate sul rischio”.
(da “La Repubblica”)
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