DA PRIGIONIERO IN LIBIA A “RE DEL PASTICCIOTTO”
LA STORIA DI IBRAHIMA SABALY, PARTITO A 15 ANNO DAL SENEGAL, LA PRIGIONIA E I SOPRUSI… OGGI GIOVANE PROMESSA DELLA PASTICCERIA PUGLIESE… IL DATORE DI LAVORO: “E’ BRAVISSIMO, CONTENTO DI AVER PERSO QUALCHE CLIENTE RAZZISTA”
Dai campi di prigionia in Libia alla pasticceria pugliese: è questa la storia di Ibrahima Sabaly, partito a 15 anni dal Senegal con l’obiettivo di aiutare la sua famiglia e in tasca il sogno di fare il pasticcere.
Oggi, 19enne, il ragazzo lavora presso una famosa pasticceria di Cellino San Marco ed è diventato un vero e proprio “re del pasticciotto”.
A parlare di Ibrahima è il Quotidiano di Puglia, attraverso la testimonianza del suo datore di lavoro: Andrea Colitta, giovane imprenditore cellinese che insieme alla famiglia gestisce un’attività artigianale e, fino a qualche tempo fa, cercava un apprendista pasticciere.
“Avevamo bisogno di un giovane che imparasse bene il mestiere per affidare il lavoro in continuità con quello svolto dai mastri”.
Una ricerca difficile: perfino i ragazzi delle scuole alberghiere non riuscivano ad accontentare le richieste della pasticceria, poi l’arrivo di Ibrahima.
Era partito dal Senegal quando aveva 15 anni, per aiutare la famiglia in difficoltà per via di una malattia che aveva colpito il capo famiglia. I soliti viaggi della speranza di tanti immigrati che per traffici illeciti di gente senza scrupoli, si ritrovano prigionieri in Libia per altri traffici e altri sfruttamenti, non senza aver prima subito ogni genere di soprusi.
Da qui il giovane, dopo un anno e mezzo di prigionia era riuscito a fuggire per poi essere catturato di nuovo e, dopo varie vicissitudini, aveva finalmente raggiunto l’Italia.
Era stato a Racale, a Gallipoli fino ad essere affidato al programma di inserimento per minori non accompagnati a Squinzano.
Poi l’incontro con il giovane imprenditore.
Quando ha incontrato Andrea, gli dice subito: ”’Voglio lavorare e studiare’. Sono rimasto colpito da questo, voleva studiare – ha commentato Andrea – lo abbiamo messo alla prova e si è dimostrato da subito un ragazzo eccezionale”.
Nella pasticceria della famiglai Colitta, Ibrahima ha trovato una versa e propria famiglia. Anche se il giovane imprenditore confessa spiacevoli episodi legati al comportamento di qualche cliente:
“Qualche problema se lo sono posto alcuni clienti che mi hanno palesato l’intenzione di non frequentare la mia attività se assumevo un ragazzo di colore, ma io sono ben lieto di perdere quel genere di clientela”, ha chiosato Andrea.
Ibrahima è diventato una risorsa preziosa per la famiglia Colitta, tanto che quando per lui si prospettava un rimpatrio, i datori di lavoro si sono ampiamente prodigati per lui.
A sorpresa hanno trovato un piccolo appartamento in affitto a Cellino, lo hanno arredato con l’aiuto di conoscenti, hanno pagato delle mensilità in anticipo mentre il proprietario della casa, gli ha messo a disposizione una tv e il collegamento a internet.
Una gara di solidarietà di cui il ragazzo non era a conoscenza fino al giorno in cui non è stato assunto con regolare contratto. “Lo abbiamo portato in banca per aprire il conto corrente ed è stato bellissimo il suo stupore nell’apprendere che poteva rimanere a lavorare e gestire i suoi guadagni e la sua vita come meglio credeva”.
Ora Ibrahima vuole iscriversi alla scuola alberghiera e il suo sogno è tornare a casa appena possibile per riabbracciare la famiglia, dopo quattro anni di lontananza.
(da “Huffingtonpost”)
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