DALLE RIUNIONI CARBONARE SU BASE LINGUISTICA, EMERGE UNA SOLA CERTEZZA: IL GRUPPO ITALIANO È DIVISO
DA DUE GIORNI I PORPORATI NON SI FANNO PIU’ VEDERE NEI RISTORANTI INTORNO AL VATICANO… GLI INCONTRI RISTRETTI SI FANNO ALTROVE
Fuori dall’aula dove, seduti in emiciclo, passano pensosamente in rassegna i problemi della Chiesa del futuro, i cardinali si danno appuntamento in giro per Roma, a pranzo o ancora meglio a cena, al riparo da sguardi indiscreti, per sondare disponibilità e convergenze, pesare i grappoli di voti, vagliare i nomi dei papabili.
I cardinali africani sono stati avvistati alla sede dei Missionari d’Africa, i cosiddetti padri Bianchi, sulla via Aurelia. Il loro leader è l’arcivescovo di Kinshasa Fridolin Ambongo, personalità molto ascoltate e con buone relazioni internazionali sono il sudafricano Stephen Brislin e l’arcivescovo di Rabat, lo spagnolo Cristobal Lopez Romero.
Ha seguito un criterio linguistico il gruppo, piuttosto variegato, dei cardinali di lingua inglese: hanno fatto più di una cena insieme, e un giorno il pasto si è allargato a molti dei porporati del Commonwealth, dall’America del Nord all’Australia passando dall’Asia e l’Africa. Si tratta di una compagine
composita, difficilmente i cardinali anglofoni muoveranno di conserva, ma la lingua comune facilita il confronto sui possibili nomi forti, uno tra gli altri lo statunitense Robert Francis Prevost, che però molti, in ragione dei 20 anni che ha trascorso in Perù, considerano un po’ latino-americano.
Nella sede della diocesi di Monaco di Baviera, in viale delle Medaglie d’Oro, il cardinale Reinhard Marx ha ricevuto alcuni dei 54 porporati europei: un arcipelago molto diversificato dove non pochi, in particolare i progressisti, guardano al tedesco come punto di riferimento.
Se durante le riunioni in Vaticano la mescolanza è massima, nei conciliaboli riservati i cardinali tendono a coagularsi su base nazionale o linguistica. I 19 porporati italiani, da parte loro, non fanno gruppo compatto, e si vedono a cena in formazioni ridotte, magari con qualcuno degli ultraottantenni che non entreranno in Cappella Sistina ma hanno molte lezioni da condividere dai Conclavi del passato.
Da due giorni i cardinali non si fanno vedere nelle trattorie attorno al Vaticano. Alcuni incontri serali vengono facilitati da qualche ambasciatore presso la Santa Sede e hanno luogo in una sede diplomatica, qualche cena viene organizzata in un seminario nazionale, una casa religiosa, ma si sono discretamente attivati, con inviti ai porporati venuti da fuori, anche i cardinali residenti a Roma, che hanno a disposizione appartamenti spaziosi vicino o dentro il Vaticano.
Se solo oggi molti cardinali traslocheranno a Casa Santa Marta, dove rimarranno per tutto il Conclave, già ieri, quando ormai l’edificio era stato bonificato e predisposto per i giorni del voto, diversi porporati, a esempio lo statunitense Blaise Cupich e Charles Bo del Myanmar, si sono dati appuntamento al refettorio per qualche chiacchierata.
(da La Repubblica)
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