DDLI ANTICORRUZIONE: CONDANNATI NON CANDIDABILI, MA DAL 2018
IL GOVERNO OTTIENE LA FIDUCIA SUL TESTO, MA IDV E FLI CONTESTANO CHE NON SI APPLICHI DA SUBITO… IL GOVERNO GARANTISCE CHE LO FARA’
L’aula della Camera ha votato la prima, la seconda e la terza fiducia preliminare al governo sul ddl corruzione.
Dopo aver dato il proprio ok all’articolo 10 sull’incandidabilità dei condannati, la Camera ha votato a favore anche sull’articolo 13 e sul 14, che prevede la «corruzione tra privati» e include l’aumento, voluto dal Pd, delle pene, nel minimo e nel massimo, per la corruzione.
I voti a favore sono stati 430, 70 quelli contrari, 25 gli astenuti.
L’ARTICOLO 13
Numerose modifiche al codice penale, tra cui un aumento delle pene per il reato di peculato, portato da tre a quattro anni.
È ridefinito, poi, il reato di concussione che diventa riferibile al solo pubblico ufficiale.
Nuova formulazione dell’attuale reato “corruzione per un atto d’ufficio”, sanzionato più severamente con la reclusione da uno a cinque anni, anzichè da sei mesi a tre anni.
L’INCANDIDABILITA’ DEI CONDANNATI
L’articolo 10 che ha passato l’esame della fiducia stabilisce che il Governo è delegato ad adottare, entro un anno, un decreto legislativo per disciplinare l’incandidabilità di chi ha una condanna definitiva.
Un’incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, oltre che per qualsiasi altra carica elettiva di enti regionali o locali, e per le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, aziende speciali e comunità montane.
La norma, però, secondo Fli e Idv, non si applicherà alle prossime elezioni nel 2013 ma scatterà dal 2018.
Un’interpretazione non condivisa dai parlamentari del Pd Giovanelli e Ferranti: «L’incandidabilità in conseguenza di sentenze definitive di condanna può essere applicata già alle prossime elezioni politiche del 2013 se il governo eserciterà , come è sicuramente possibile, la delega in tempo utile».
LA CONFERMA DEL GOVERNO
Una conferma alla tesi del Pd arriva dal ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi:«Con il testo approvato oggi, il Governo è in grado di esercitare la delega a partire dal giorno successivo all’approvazione della legge e in questo modo i nuovi divieti sarebbero di immediata applicazione.
Il termine della delega è un termine massimo».
E anche la Severino conferma: «Cercheremo di accelerare al massimo e di legiferare sull’incandidabilità dei condannati entro il 2013.
Il tempo di un anno previsto nell’articolo 10 del disegno di legge anticorruzione – ha spiegato – è il termine massimo».
LE VOTAZIONI
Fli non ha partecipato al primo voto di fiducia, votando a favore invece nelle due successive votazioni.
Il Pdl invece ha votato sì «per responsabilità » ma il ddl scontenta soprattutto il Popolo della libertà che ha già annunciato la richiesta di cambiamenti al prossimo passaggio del provvedimento in Senato.
Dal partito democratico c’è invece l’ok: «Questa legge è un passo avanti e questo passo avanti lo sottolineeremo con la fiducia».
Molto critico il leader dell’Idv Antonio Di Pietro: «Siamo qui a discutere di due specifici articoli di legge su concussione e corruzione: il 317 e il 319 del codice penale».
Articoli, ha ricordato Di Pietro «grazie ai quali fu fatta l’inchiesta Mani Pulite».
La norma che più ha fatto discutere è infatti quella che contiene la nuova concussione per induzione (che diventa “Induzione indebita a dare o promettere utilità “): è stata ribattezzata salva-Penati dal Pdl per la riduzione degli anni di prescrizione.
Con la nuova legge, vengono puniti sia il pubblico ufficiale e l’incaricato di pubblico servizio (da 3 a 8 anni), sia il privato che dà o promette utilità (fino a 3 anni). «Ma così si favorisce l’omertà » ha aggiunto Di Pietro.
IL VOTO FINALE
Il voto finale del ddl è previsto per giovedì. E per consentire a tutti i deputati di seguire con calma la seconda gara degli Europei dell’Italia contro la Croazia, prevista per le 18, la Camera farà gli straordinari.
La conferenza dei capigruppo ha stabilito infatti che l’assemblea rimanga a esaminare gli articoli restanti (dal 15 al 20) e i 16 ordini del giorno depositati.
Il tutto per accelerare i tempi e arrivare domani alle 12 con le dichiarazioni di voto e alle 13 il voto finale.
Insomma già prima di pranzo gli onorevoli saranno in viaggio con trolley al braccio per assistere, almeno per quanto riguarda gli appassionati, alla sfida che potrebbe essere decisiva per il passaggio del turno.
Antonio Castaldo e Corinna De Cesare
(da “Il Corriere della Sera)
Leave a Reply