DE LUCA VINCE GRAZIE A DE MITA E AGLI IMPRESENTABILI
E I COSENTINIANI ESULTANO: “NOI DETERMINANTI”
Vincenzo D’Anna, senatore vicino a Nicola Cosentino, lo dice senza tanti giri di parole: “Concordo con quanto affermato dall’ex presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro: i voti di Campania in rete (lista vicina a Nick ‘o merikano, ndr) e quelli dell’Udc di De Mita si sono rivelati fondamentali nel determinare lo scarto che ha consentito a Vincenzo De Luca di vincere”.
De Mita e i cosiddetti “impresentabili”.
Senza di loro De Luca non avrebbe vinto la Campania. Vediamo.
Il candidato del Pd vince col 41,15 per cento. In termini assoluti i suoi voti sono 987.651, rispetto ai 920.957 di Stefano Caldoro (38,37 per cento).
Vince per 67mila voti circa.
Basterebbe, a spiegare il successo, il dato dell’Udc di Ciriaco De Mita, fiero avversario di Renzi a livello nazionale.
L’Udc prende 53.601 voti. Me non c’è solo De Mita dietro il successo di De Luca.
Un risultato importante è quello della lista Campania “Campania Libera”, grande fabbrica del riciclo a sostegno di De Luca, che prende 108.872 voti (il 4,78 per cento”. Il king maker dell’operazione di “Campania Libera” è Tommaso Barbato, che, personalmente, ha raccolto ben 3955 preferenze.
Ex braccio destro di Clemente Mastella, determinate per la caduta del governo Prodi, Barbato è passato alle cronache per lo sputo in Aula a Nuccio Cusumano.
Da più di un anno Barbato è indagato per una presunta compravendita di voti alle ultime elezioni politiche.
L’ipotesi degli inquirenti è di un sostegno elettorale a una lista minore del centrodestra berlusconiano, 3L di Giulio Tremonti, in cambio della promessa di un paio di assunzioni.
Ma non è solo a questo che è legato l’imbarazzo di pezzi di Pd locale.
L’indignazione è legata all’inchiesta “Croce nera” della Dda di Napoli, in relazione al sistema Zagaria: un perverso intreccio di camorra, politica e imprenditoria che si era impadronito degli appalti dell’ospedale di Caserta.
La struttura sanitaria, ora sciolta per infiltrazione camorristiche, era diventata una sorta di succursale della fazione del clan dei Casalesi che prende il nome dell’ex primula rossa Michele Zagaria.
Un sistema che, secondo la Dda di Napoli “si reggeva grazie alle coperture politiche di esponenti Pdl e Udeur”.
Barbato non è indagato, ma compare in diverse intercettazioni con Ferruccio Zagaria, cognato del capo clan: “In quegli anni a cui fa riferimento l’inchiesta – ha dichiarato – ero stato nominato commissario provinciale, in quel tempo avrò visto e sentito centinaia di persone, non potevo mica conoscere le questioni private di tutti quelli che incontravo”.
In Campania Libera c’è anche Franco Malvano (542 preferenze), ex senatore di Forza Italia.
Altra straordinaria fabbrica del riciclo la lista “Campania in rete”, il cui king maker — oltre a D’Anna — è l’ex senatore Arturo Iannaccone (481 preferenze) che nella scorsa legislatura sosteneva il governo Berlusconi.
È la lista che ospita il consigliere regionale Carlo Aveta — quello che non ha rinnegato il Duce e che fu eletto con la Destra di Storace — il quale ha raccolto ben 1637 preferenze, e parecchi cosentiniani.
Tra loro Enricomaria Natale (884 preferenze), il cui padre è stato accusato di essere il prestanome dei Casalesi.
La candidatura che ha dato il la alla denuncia di Saviano.
E c’è Rosalia Santoro (1656 preferenze), moglie dell’editore del sito online Notix Nicola Turco, vicino a Nick ‘o merikano.
È la lista dei cosiddetti “impresentabili” per eccellenza. Utili però alla causa di De Luca.
Pure Attilio Malafronte (1021 preferenze), mister Calibro 12, il consigliere comunale di Pompei che nello scorso gennaio finì agli arresti domiciliari per una presunta compravendita di sepolture al cimitero comunale. In casa, raccontò il Fatto, “i poliziotti trovarono e sequestrarono un fucile Breda calibro 12”. Campania in rete raggiunge 34.316 voti (1,50 per cento).
Importante anche l’apporto del Centro democratico di Pisacane, ex responsabile di Berlusconi che figura ancora come primo dei non eletti di Forza Italia alla Camera, che alla causa di De Luca ha portato 62.954 voti.
Sua moglie, candidata a Napoli ha raccolto 3673 preferenze.
Ecco, ricapitolando: De Mita, Campania in Rete e Campania Libera hanno garantito a De Luca la vittoria.
Il Pd, invece, rispetto non solo alle europee ma anche alle scorse regionali, ha perso voti. E non pochi.
(da “Huffingtonpost”)
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