DECADENZA TODDE, LA PROCURA E’ CONTRARIA, CROLLA IL CASTELLO DI SABBIA DEI SOVRANISTI SULLE SPESE ELETTORALI
IL RENDICONTO DELLE SPESE ELETTORALI E’ STATO PRESENTATO REGOLARMENTE
La Procura della Repubblica è contraria alla sanzione della decadenza nei confronti di Alessandra Todde perché un rendiconto delle spese elettorali è stato presentato e, comunque, la presunta irregolarità non risulta contestata nell’ordinanza che prevede per l’esponente del M5s la perdita della carica e una multa di 40 mila euro.
La circostanza è emersa a margine dell’udienza che ha aperto il giudizio sul ricorso presentato dai difensori della presidente della Regione Sardegna contro le sanzioni comunicate dal Collegio di garanzia elettorale al Consiglio regionale. Esaminati i documenti prodotti dal Collegio patrocinato da Riccardo Fercia e Daniela Muntoni, dai difensori Benedetto e Stefano Ballero con Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto oltre che dai numerosi consiglieri regionali e privati cittadini che si sono costituiti del giudizio, il tribunale civile presieduto da Gaetano Savona ha aggiornato l’udienza al 22 maggio, quando le parti potranno produrre note e conclusioni.
La decisione sarà diffusa successivamente via pec. Un’ipotesi è che i giudici si limitino a decidere sulla multa, legata alla mancata nomina del mandatario, mentre non entrerebbero nel merito della decadenza perché finora è stata solo imposta dal Collegio ma non ratificata dalla massima assemblea sarda. Tutto ruota attorno al rendiconto delle spese per le elezioni regionali di febbraio 2024: per il Collegio di garanzia, ha confermato ieri mattina la dirigente del servizio elettorale della Corte d’Appello Daniela Muntoni, il documento depositato “non è conforme al modello legale” ed esiste una precisa differenza tra “il deposito in senso materiale e in senso giuridico”.
In altre parole, il rendiconto c’è ma non corrisponde alle spese della candidata Todde, riguarda invece il Ms5 nel suo complesso e quindi per il comitato elettorale è come se non esistesse. L’assenza del documento in base alla legge 515 del 1993 è causa di decadenza.
Opposta la tesi della difesa: Alessandra Todde non ha speso un centesimo, i costi della campagna elettorale sono andati tutti a carico del Comitato elettorale, che li ha comunicati correttamente prima alla Corte dei conti e poi al Collegio di garanzia. Per la Procura partecipano al giudizio il procuratore aggiunto Guido Pani e la sostituta procuratrice Diana Lecca.
(da Il Fatto Quotidiano)
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