DESTRA CHE NON C’E’ O CHE QUALCUNO NON VEDE? A DESTRA UN VUOTO PARI A UN PARTITO DEL 24%
SU 15 MILIONI DI ITALIANI CHE SI DEFINISCONO DI CENTRODESTRA SOLO 8 MILIONI VOTEREBBERO OGGI PER FORZA ITALIA, LEGA E FDI….E BEN 18 MILIONI SI DEFINISCONO NON COLLOCATI
Mentre i vertici degli attuali partiti di centrodestra corrono dietro nella migliore delle ipotesi all’Italicum e all’abolizione dell’art 18, nella peggiore a zingari e immigrati come 40 anni fa, agli osservatori attenti non sarà sfuggita una interessante ricerca dell’istituto Demopolis che qua riassumiamo come base del nostro ragionamento.
Dall’ indagine emerge che un’ ampia parte dell’elettorato di centrodestra è disorientato: se ci si recasse oggi alle urne per le politiche, Forza Italia otterrebbe circa il 14%, la Lega Nord l’8,5%%, Fratelli d’Italia il 3,5%.
Il che porta a un totale del 26%
Demopolis va però oltre e fotografa una profonda crisi di rappresentanza per un’area storicamente fortissima negli ultimi 20 anni e nella quale tuttora 15 milioni di italiani si definiscono politicamente di Destra o Centro Destra e 18 milioni si dichiarano non collocati.
Ebbene solo poco più di 8 milioni voterebbero oggi per Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, i tre partiti di Centro Destra all’opposizione del Governo.
Ben 7 milioni di elettori di destra, pari a un ipotetico partito del 24%, non votano questi tre partiti di riferimento.
I flussi rilevati da Demopolis negli ultimi 6 anni forniscono la misura del progressivo ridimensionamento del peso elettorale del partito di Berlusconi.
Dei quasi 14 milioni di elettori che scelsero il Pdl nel 2008, oggi solo 4 milioni e 200 mila voterebbero Forza Italia. Un quinto si asterrebbe, il 16% opterebbe per il Movimento 5 Stelle, il 13% per altre liste.
Ma a colpire sono soprattutto quei 21 elettori su 100 del Pdl che voterebbero oggi per il Pd: 3 milioni di voti sottratti da Renzi al partito storicamente più forte del Centro Destra.
E ancora: il 45% degli elettori di Centro Destra, intervistati dall’Istituto Demopolis, non vede un leader politico in grado di rappresentarli e di impensierire Matteo Renzi in un’eventuale competizione elettorale, altro che discorsi inutili su chi ha più carisma tra le mezze tacche attuali.
Se ne conclude, in sintesi, che oggi esiste un elettorato potenziale del 24% che, pur ritenendosi di destra e di centrodestra, non ha un riferimento politico.
Che questo potenziale partito potrebbe far presa anche su una parte dei 18 milioni di elettori non collocati e persino recuperare consensi a sinistra.
E che quasi la metà degli elettori di area vorrebbe un leader diverso rispetto a quelli che attualmente si alternano tra servizi sociali, campi rom, affogamenti profughi, inciuci e photoshop.
E’ la dimostrazione della validità della tesi che andiamo sostenendo da tempo immemorabile: che occorra una svolta radicale che vada ben oltre la “becerodestra” attuale, ridefinendo i contenuti di una destra moderna, sociale, legalitaria, liberale, laica ed europea.
In attesa di un leader che la sappia rappresentare.
Rottamando non solo tanti inutili idioti, ma anche troppe impostazioni da “pesca delle occasioni” che, senza un disegno organico, portano solo a raccogliere scarponi bucati sotto costa.
Ma per tornare a navigare in mare aperto è l’ora di cambiare scafo e costruirne uno nuovo.
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