DI MAIO CAPO POLITICO CON I VOTI DI SUA SORELLA: HA VOTATO SOLO IL 26,7% DEGLI AVENTI DIRITTO, PER IL FUORICORSO APPENA IL 22,07%
DI FRONTE AD APPENA 30.936 VOTI SU 140.000 LA PRIMA COSA CHE DOVREBBE FARE E’ TORNARSENE A FINIRE L’UNIVERSITA’ (SE GLI RIESCE)
A sorpresa, sorpresissima, sorpresissima sorpresa, il MoVimento 5 Stelle annuncia che Luigi Di Maio ha vinto la durissima competizione all’ultimo sangue per il posto di candidato premier e capo del movimento politico M5S.
Accompagnato da una musica da “suspense”, Beppe Grillo ha proclamato Luigi Di Maio candidato premier del Movimento 5 stelle.
Ma la vera sorpresa sta nei numeri, su 140.000 aventi diritto come “militanti”, i votanti sono stati appena 37.442, la miseria del 26.7%.
Tre su quattro non sono neanche andati a votare.
Non solo: Di Maio ne ha presi appena 30.936.
Il totale degli iscritti del M5S a Rousseau è 140.150, quindi Di Maio è diventato capo politico del nulla con il 22,06% dei consensi, quasi quattro grillini si cinque non lo vogliono.
Al secondo posto nelle primarie online c’è la senatrice Elena Fattori con 3.596 voti. Per i restanti sei candidati — Vincenzo Cicchetti, Andrea Davide Frallicciardi, Gianmarco Novi, Marco Zordan, Nadia Piseddu e Domenico Ispirato — solo poche centinaia di voti.
Ispirato prende 102 voti, Frallicciardi 268, Cicchetti 274, Zordan 373, Novi 543 preferenze e Piseddu 1410 voti.
“Da domani il capo politico del M5S non avrà più il mio indirizzo, tutte le denunce arriveranno a te”, ha detto invece Beppe Grillo, scherzando ma non troppo, visto che rischia di dover pagare fior di quattrini con tutte le sconfitte giudiziarie che sta raccogliendo in tribunale dove non ne azzecca una.
Ora Di Maio potrà far perdere il M5S in Sicilia dove Cancelleri, da quando gira con lui, è passato dal 40% al 29%, favorendo l’armata Brancaleone di Musumeci.
Come a Genova: si crea il casino (Cassimatis e/o Giulivi) al momento giusto e si favorisce il centrodestra, come sempre.
D’altronde il gioco di Grillo, Casaleggio e Di Maio è quello da tempo, anche se ci sono sempre i pirla che fingono di non capire.
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