DIBBA CONTINUA LA RECITA: “NON RICONOSCO QUESTO TRIBUNALE”. GIUSTO, DIAMOGLIENE UNO VERO
DOPO AVER IMPEDITO A SPERANZA DI ESERCITARE IL SUO MANDATO, IL CINQUESTELLE DI BATTISTA, FUTURO PREMIER DEL MONDO DI GAIA, RECITA LA PARTE DEL RIVOLUZIONARIO PER L’AUDIENCE: “SANZIONI? ME NE INFISCHIO, NON RICONOSCO QUESTO PSEUDO-TRIBUNALE”
“Pur sforzandomi non riesco a intravedere alcuna autorità in questo pseudo tribunale che ci sta giudicando. Per cui fate quello che volete, francamente me ne infischio”.
Si è conclusa con queste parole l’audizione del deputato grillino Alessando Di Battista davanti all’ufficio di presidenza della Camera chiamato a giudicare la sua “aggressione” (gli impedì di svolgere una conferenza stampa) ai danni del capogruppo del Pd Roberto Speranza.
Questa mattina sono iniziate infatti alla Camera le audizioni dei deputati del M5S che si sono resi protagonisti della bagarre in aula il giorno della ‘ghigliottina’ sul decreto legge Imu-Bankitalia.
Complessivamente l’ufficio di presidenza, capeggiato da Laura Boldrini, ha convocato una quindicina di parlamentari per valutare eventuali sanzioni dopo l’istruttoria dei questori, che hanno censurato anche il collega di Scelta civica Stefano Dambruoso per il colpo dato a Loredana Lupo.
Va ricordato che, in base alla relazione dei questori, i reati commessi rientrano tra quelli per cui gli atti avrebbero dovuto essere trasmessi immediatamente all’autorità giudiziaria e non “giudicati” solo all’interno della Camera.
Trattandosi di fattispecie che prevedono fino a 5 anni di reclusione.
Dibba ha ragione a non riconoscere il tribunale interno, merita quello ordinario.
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