DIETRO ALLE USCITE DI BOCCIA SU ARIANNA MELONI QUALCUNO IN FDI INTRAVEDE LA “MANINA” DI FORZA ITALIA
L’AVVOCATO CHE HA ACCOMPAGNATO BOCCIA AGLI STUDI MEDIASET È LIBORIO DI NOLA, GIÀ ASSESSORE FORZISTA A POMPEI, VICINO AL’EURODEPUTATO AZZURRO FULVIO MARTUSCIELLO, CHE VUOLE CANDIDARSI A GOVERNATORE IN CAMPANIA…I MELONIANI, ORA CHE SANGIULIANO È “BRUCIATO”, PUNTANO SUL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI
Maria Rosaria Boccia tiene puntato un riflettore su Arianna Meloni, dirigente di Fratelli d’Italia e, soprattutto, sorella della premier. È una luce, dunque, particolarmente fastidiosa. Per l’imbarazzante contesto dell’affaire Sangiuliano, ma anche perché l’imprenditrice di Pompei continua a chiedersi se ci sia lei dietro alla sua mancata nomina da consigliera del ministro, «stracciata senza lasciare traccia».
Elenca una serie di possibili motivi ma in realtà ne sottolinea soltanto uno, lasciato cadere furbescamente con un punto di domanda finale: «Dopo il dialogo con Arianna Meloni? (Il ministro mi chiamò subito dopo – aggiunge Boccia – e mi chiese di vederci per raccontarmi il contenuto di quella conversazione)».
Quindi, l’imprenditrice conosce il contenuto di quella conversazione e fa sapere di essere in grado di poterlo rendere pubblico. Non solo: in serata, con un nuovo post, chiama in causa anche il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari: «Ci può illuminare sul mio presunto accreditamento al Ministero dell’Agricoltura? Ci mostra le mail e i messaggi che ho inviato?» scrive, aggiungendo poi: «Io e il ministro Lollobrigida non abbiamo una conoscenza approfondita».
Nel partito di Giorgia Meloni sono piuttosto nervosi. Dietro alla precisione chirurgica delle uscite di Boccia sentono puzza di bruciato e scavando intorno all’imprenditrice iniziano a intravedere la possibilità di una cospirazione ordita dagli alleati di Forza Italia contro di loro. Le ombre si allungano sul nome dell’avvocato Liborio Di Nola, che ha accompagnato Boccia pochi giorni fa agli studi Mediaset, quando l’imprenditrice di Pompei doveva essere ospite della trasmissione di Bianca Berlinguer (salvo poi dare forfait all’ultimo minuto).
Di Nola avrebbe insistito per non dover mostrare il proprio documento all’ingresso degli studi Mediaset del Palatino. È un penalista molto conosciuto nel territorio di Gragnano – a una manciata di chilometri da Pompei – e lì, nel 2009, è stato eletto consigliere comunale nella lista del Popolo delle Libertà, diventando assessore nella giunta di Annarita Patriarca, che ora è deputata di Forza Italia. Ecco, Patriarca è una fedelissima dell’eurodeputato Fulvio Martusciello, coordinatore azzurro in Campania. E Martusciello – non è un segreto – aspira a essere il candidato del centrodestra alle prossime Regionali.
Sulla strada dell’eurodeputato si trovava però l’ostacolo Sangiuliano, perché sul nome dell’ex ministro c’era già un accordo di massima nella coalizione. «Se uniamo i puntini…», commenta una maliziosa fonte di FdI. Patriarca nega: «Con Di Nola non ci siamo sentiti di recente. Non so se sia l’avvocato della signora Boccia. È lontano dalla politica da quasi 15 anni».
Per di più – sottolineano da Forza Italia – molto tempo prima che Sangiuliano entrasse in gioco sono stati proprio Patriarca e Pino Bicchielli, di Noi Moderati, a mettere in guardia i colleghi di Fratelli d’Italia dalla signora Boccia. Patriarca aveva riferito al deputato di FdI Gimmi Cangiano, con cui Boccia si era messa in contatto per alcune iniziative, di alcune insistenti voci che arrivavano dal territorio e che sollevavano alcuni interrogativi su Boccia.
I sospetti striscianti si sono già propagati negli ambienti del centrodestra campano. «Se ne parla da qualche giorno», fa sapere una fonte dell’Udc. E così, anche in casa Forza Italia finiscono per inasprirsi gli animi. Tra gli azzurri si ipotizza che questa teoria della cospirazione sia stata fatta uscire proprio per bruciare il loro uomo forte, Martusciello, e per dare più forza al candidato su cui ha virato FdI dopo il passo indietro di Sangiuliano: il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.
È una guerra silenziosa che sta lasciando strascichi nei rapporti tra i due partiti di centrodestra. Anche perché la vicenda, in questo modo, non accenna a sgonfiarsi, come invece desiderano da giorni dentro FdI.
(da La Stampa)
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