DIVORZIO VERONICA-SILVIO: VICENDA PRIVATA, MA RIFLESSI ETICI PUBBLICI
NON E’ GIUSTO SPECULARE SULLE VICENDE DOLOROSE CHE INVESTONO UN NUCLEO FAMILIARE… MA OCCORRE RIFLETTERE VERSO CHE TIPO DI POLITICA STIAMO ANDANDO: MENTIRE AGLI ELETTORI IN AMERICA E’ PEGGIO CHE FARE PROMESSE ELETTORALI E NON MANTENERLE… IL PROBLEMA DELLA RICATTABILITA’
L’Italia si divide sulla vicenda “divorzio Silvio-Veronica” e troppi, a nostro avviso, rilanciano motivazioni di dubbio gusto.
Facciamo una doverosa premessa: nessuno può avere titolo di discernere sulla vita privata altrui, soprattutto su una vicenda dolorosa che riguarda anche i figli. Per tanto che qualcuno pensi di saperne, nessuno ne saprà mai abbastanza come i protagonisti che pertanto non hanno diritto a essere criticati, a cominciare da Veronica Lario, oggetto di accuse insensate.
E’ giusto che se la vedano tra di loro, quindi si faccia tutti un passo indietro nel guardonismo.
Ma non si può negare che esistano riflessi pubblici su questa vicenda che non si possono sottacere. Anche Gianfranco Fini si è separato dalla moglie: i coniugi hanno adottato una linea soft e nessuno ha trovato a che ridire.
In questo caso la vicenda ha assunto toni diversi, perchè diverso è il contesto.
Se una attacca la scelta di certe “candidate-veline” e arriva a parlare di ciarpame, se rivela la partecipazione del marito alla festa di compleanno di una misteriosa 18 enne in un ambiente ristretto, ma pur sempre pubblico in quel di Casoria, se vengono diffuse notizie di attricette raccomandate per un posto in Rai o se Palazzo Grazioli diventa meta di pellegrinaggio di qualche gemella fuoriuscita da un reality, un problema pubblico va posto.
Dove sta andando la politica nel nostro Paese? Come viene selezionata la classe dirigente? Esiste ancora un comportamento etico cui attenersi o siamo al “liberi tutti” ?
E quanto a veline e bellone, non è che la sinistra sia immune da colpe e raccomandate, sia ben chiaro.
Ma a noi preme una riflessione sul mondo del centrodestra. Si era chiuso il capitolo della precedente legislatura con il famoso deputato dell’Udc che organizzava feste a base di coca e sesso negli alberghi romani e ora siamo di nuovo di fronte a una “questione comportamentale” che riguarda addirittura il premier.
All’elettore di centrodestra non importerebbe nulla se i coniugi Berlusconi si separassero perchè uno di loro ha una nuova importante storia. Ne prenderebbero atto e basta.
Ma se le implicazioni diventano pubbliche, solo degli imbecilli posso pensare che alla lunga questo non pesi nel giudizio degli elettori.
Escludendo ovviamente i puttanieri di professione e le madri che prostituirebbero la figlia (oltre a se stesse, se avessero ancora mercato) per farle vincere un reality e instradarle ( mai verbo fu più proprio) nel mondo dello spettacolo.
A noi personalmente ciò che ha dato più fastidio in questa vicenda, nei suoi riflessi politici, è il fatto che Berlusconi abbia giustificato la sua presenza alla festa della ragazzina diciottenne Noemi, sostenendo che il di lei padre era un suo vecchio amico, in quanto autista di Craxi.
Salvo essere smentito da tutti il giorno dopo: il padre della ragazza, pregiudicato pare, non è mai stato l’autista di Craxi.
Non solo: pare fosse stato vietato fare foto private in quella serata, onde evitare che il premier finisse sui giornali per la sua presenza, ma fossero ammesse solo quelle di un fotografo ufficiale del premier.
Se uno non avesse avuto nulla da nascondere, non comprendiamo il motivo di inventarsi un’amicizia con il padre della minorenne ( con la quale pare si frequentassero da qualche tempo). Ora qualcuno dirà : ha mentito, ma in fondo sono affari suoi.
Eh no, non sono affari suoi: perchè chi fa il premier non rappresenta se stesso, ma chi lo ha delegato a rappresentarli.
Un ragionamento “aziendalista” non va bene quando si governa un Paese, perchè, la storia insegna, si diventa ricattabili e soggetti a critiche che investono l’intero Paese.
Il problema di fondo sta nel fatto che le tante vituperate classi dirigenti di una volta rispondevano in primis al partito e chi sgarrava dal punto di vista comportamentale, in certi Paesi rischiava pure la pelle e nel nostro finiva almeno in qualche ufficio di sottogoverno.
Ora non esiste più etica e selezione, non esistono ideali politici, vige il “liberi tutti”: avanti i piccoli imprenditori in cerca di appoggi, via libera a saltafossi e spretati delle varie parrocchie politiche, un passo avanti per giovani, già vecchi dentro, che vivono solo di ambizioni senza idee, una spintarella per tette e culi da far sedere nelle prime file nei convegni con qualche appuntamento in cambio, dietro le quinte del palcoscenico.
Vengono spacciate per “laureate meritevoli” quelle di coscialunga, neanche fossero le uniche in Italia a laurearsi con 110 e lode e portate alla politica.
Volenti o nolenti, questa è l’immagine negativa che il Centrodestra ( e non solo) si sta portando dietro in queste settimane.
Andrà bene a molti che concepiscono la politica come l’arte di potare bene i giardini pubblici, per chi pensa che non abbia importanza se un premier frequenta minorenni a cui elargisce collier inventandosi un’amicizia col padre su basi che non esistono, per chi ritiene che non sia importante un comportamento etico consono al ruolo che si è assunto.
Noi la pensiamo in maniera opposta: la politica allontana l’elettore perchè non ha riferimenti etici comportamentali, perchè si pretende dai sottoposti senza mai dare l’esempio dall’alto, perchè si dà la caccia ai fannulloni nella Pubblica Amministrazione senza prima guardare gli assenteisti in Parlamento, perchè si parla contro la droga in un ambiente istituzionale a elevata percentuale di cocainomani, perchè si vuole “tutelare la famiglia” salvo frequentare squillo d’alto bordo, e potremmo continuare a lungo…
Certo non è fenomeno esclusivamente italiano, ma non siamo obbligati a prendere dagli stranieri solo i cattivi esempi, non credete?
Nessuno obbliga alcuno a sottoporsi a un processo di beatificazione in vita, ma nessuno è obbligato neanche a ricoprire cariche istituzionali.
Se lo vuol fare, la sua vita privata deve essere specchiata.
L’Italia non ha bisogno di “papy”: certe volte è molto meglio la saggezza del nonno che ha saputo invecchiare bene.
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