DOMANI FINI DARA’ L’ADDIO A FUTURO E LIBERTA’: IL PARTITO O SI SCIOGLIE O RIMARRA’ IN MANO A BOCCHINO
SALVO COLPI DI SCENA, IL PRESIDENTE DI FLI INTENZIONATO A ESCLUDERE OGNI SUO IMPEGNO DIRETTO NEL PARTITO… TRA GLI EX PARLAMENTARI CHI PENSA A UN NUOVO SOGGETTO POLITICO, CHI A CONFLUIRE CON MONTI, CHI IPOTIZZA UN’INTESA CON EX AN
Dopo un comunicato interlocutorio dato alla stampa il giorno successivo all’insuccesso elettorale, Futuro e Libertà non ha dato segni di vita per una settimana, salvo finire sui giornali per il veloce trasloco dalla sede di via Poli, a Roma.
Domani Fini ha convocato una riunione degli ex parlamentari e dirigenti per comunicare le sue intenzioni circa il futuro del partito.
La decisione che starebbe maturando il presidente del partito è quello di esprimere la sua personale volontà di escludere qualsiasi suo impegno diretto nel partito.
Non a caso, nel primo e unico comunicato, vi era un riferimento a una forma di associazione culturale con cui far maturare, in un ideale passaggio di consegne, le giovani generazioni.
Con Fini disimpegnato, in Fli restano due alternative: lo scioglimento del partito se tutti fossero d’accordo su questa ipotesi o la sua consegna definitiva a Italo Bocchino che ha l’esclusiva notarile del marchio.
Ovvero a colui al quale il 90% della classe dirigente addebita di aver sfasciato il partito per mere ambizioni personali, sistemando ovunque i suoi uomini.
Bocchino potrebbe cercare di mantenere in vita Fli ancora per qualche tempo, in attesa del momento propizio per confluire in qualche diverso contenitore a lui adatto.
Per fare ciò cercherà di trattenere qualche nome conosciuto di Fli che non ha ancora operato scelte definitive.
C’è infatti chi pensa alla nascita di un nuovo soggetto politico in sintonia con le tesi originarie di Bastia Umbra, chi guarda con interesse a Scelta civica di Monti, chi non è insensibile ad aprire una discussione con chi auspica la ricostruzione di una nuova destra con gli ex An.
Diverse correnti di pensiero che Fini aveva tenuto insieme (con scarso esito elettorale peraltro) e che adesso invece, col declino del leader, potrebbero portare a scrivere la parola fine a un’avventura che, con una classe dirigente diversa, avrebbe meritato di finire meglio.
Nel merito, abbiamo già espresso il nostro punto di vista: Fli va sciolta e in subordine nessuno dei esponenti di vertice, a partire da Fini e Bocchino, sono riproponibili.
Finito un ciclo, se ne riaprirà prima o poi uno nuovo.
Possibilmente con una linea politica chiara.
Nel frattempo liberi tutti.
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