DOPO INGROIA TOCCA A SCARPINATO, REO DI AVER DETTO QUELLO CHE GLI ITALIANI PENSANO
IL CSM APRE UN FASCICOLO PER TRASFERIRE D’UFFICIO IL PROCURATORE GENERALE DI CALTANISSETTA… IL PDL LO ACCUSA PER LE PAROLE PRONUNCIATE IN RICORDO DI BORSELLINO
E ora tocca a Roberto Scarpinato.
Dopo il conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale contro i pm di Palermo, il Csm presieduto da Giorgio Napolitano apre un fascicolo finalizzato al trasferimento d’ufficio del pg di Caltanissetta, rilevando un profilo di incompatibilità ambientale sulla base della sua lettera a Paolo Borsellino, letta pubblicamente in occasione del ventennale in via D’Amelio.
Ma non solo.
Il comitato di presidenza del Csm ha attivato anche il pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, titolare dell’azione disciplinare, affinchè verifichi se in quella lettera Scarpinato ha utilizzato argomenti, parole o toni censurabili con provvedimento punitivo.
Nel ventennale delle stragi il conflitto istituzionale contro i magistrati siciliani si allarga dunque a Caltanissetta, dove il presidente dell’Anm, Giovambattista Tona, giudica l’intervento di Scarpinato “del tutto condivisibile e condiviso dai tanti magistrati del distretto che l’hanno ascoltato e applaudito la mattina del 19 luglio”.
A sollevare il caso è stato Nicolò Zanon, consigliere laico del Pdl, citando la lettera in cui Scarpinato aveva definito “imbarazzante” partecipare alle cerimonie ufficiali per le stragi di Capaci e di via D’Amelio, per la presenza “talora, tra le prime file, nei posti riservati alle autorità ”, di “personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione” dei valori di giustizia e di legalità per i quali Borsellino è stato assassinato.
Il pg di Caltanissetta aveva fatto riferimento a “personaggi dal passato e dal presente equivoco” le cui vite — aveva aggiunto riprendendo un’espressione di Borsellino — “emanano puzzo di compromesso morale”.
Parole forti, contro la retorica antimafia e la strumentalizzazione della memoria.
A coloro che “non hanno null’altro credo che il denaro e il potere”, ha detto ancora il pg di Caltanissetta, “verrebbe da chiedere, se fosse possibile, che ci facessero la grazia di restarsene a casa il 19 luglio”, ma soprattutto “di tacere”.
Una vicenda che ora potrebbe pesare a sfavore di Scarpinato nella corsa alla poltrona di Pg di Palermo, che lo vede attualmente sfavorito rispetto al procuratore di Palermo Francesco Messineo.
Secondo Zanon, infatti, il Csm ora dovrebbe fare spazio ad altre candidature: “Ci vorrebbe un altro Pignatone”, ha detto il consigliere del Pdl, riferendosi al procuratore della Repubblica di Roma.
Per anni aggiunto a Palermo, Scarpinato è stato il primo a collegare il depistaggio di via D’Amelio alla trattativa mafia-Stato.
“I falsi collaboratori che hanno determinato il depistaggio — ha sostenuto pubblicamente — non si sono presentati da soli. I vertici di Cosa Nostra sapevano bene che erano costruiti a tavolino. Eppure non hanno reagito. Perchè? Perchè si convinsero che quella non era un’iniziativa individuale di alcuni poliziotti che volevano fare carriera, ma un depistaggio pilotato dall’alto, da un potere con cui si poteva trattare” .
Una tesi che contrasta con l’impostazione dell’inchiesta su via D’Amelio, che si avvia verso l’archiviazione dei tre funzionari indagati.
E se oggi Scarpinato ha deciso di non commentare (il suo telefono squilla a vuoto), a Caltanissetta il presidente della Anm Tona, ha usato parole severe: “Con stupore apprendo di quest’iniziativa che riguarderebbe il testo di una lettera a Paolo Borsellino il cui contenuto mi sembra totalmente condivisibile e pienamente condiviso dai tanti magistrati che cercano di onorare la memoria del magistrato ucciso in via D’Amelio”
Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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