DUE RAGAZZI DOWN CANTANO CON EMMA MARRONE: INSULTATI DU FB DAI RIFIUTI UMANI SOVRANISTI
ENRICO E CLAUDIO VOLEVANO REALIZZARE IL DESIDERIO DI CANTARE CON EMMA, MA LA FOTO CON LEI SCATENA LA FOGNA RAZZISTA: “SIETE DEL PD”
Una serata perfetta per “C’è posta per te”, con un altro record di ascolti, rovinata dai soliti cretini.
Enrico e Claudio, i due ragazzi tenerissimi e speciali che volevano realizzare il desiderio di conoscere e cantare con Emma Marrone, sono stati presi di mira dai soliti odiatori del web. L’accostamento tra i due ragazzini affetti da sindrome di Down agli elettori del Pd, solo perchè la cantante salentina si è permessa di esprimere la sua opinione contro le parole e la politica violenta della Lega e di Matteo Salvini, è la traduzione e il risultato di questi tempi
Tempi bui in cui questi “appestatori”, come li ha chiamati anche Enrico Mentana dal suo quotidiano Open, fanno vittime a colpi di insulti, senza nessuna pietà .
E mentre Emma Marrone paga la regola in vigore in questa era vigliacca, quella secondo cui un artista che parla di umanità può beccarsi solo gli insulti (“se è donna, anche peggio” scrive Francesco Raiola su Fanpage.it), gli uomini e le donne che riversano bile sui social network restano ancora una volta impuniti, tutti liberi di colpire ancora il prossimo bersaglio che si permette di parlare di inclusione, di rispetto per la vita altrui, di condivisione.
In “Black Mirror” ci siamo dentro. È questo lo scenario apocalittico che anni di fantascienza ci hanno predetto e prefigurato.
Esprimi una opinione contraria alla massa? Sei messo alla gogna.
Una volta, la specificità anche di pensiero veniva premiata, adesso viene presa a sassate. A detta di alcuni servirebbe un reato specifico per chi odia sul web.
A parere nostro sarebbe sufficente che costoro ricevessero entro 24 ore la visita delle forze dell’ordine, il processo per direttissima e almeno un anno di carcere senza condizionale, oltre alla perdita della patria potestà e 100.000 euro di ammenda con sequestro preventivo dei beni.
Questo solo per i reati più lievi.
Tranquilli che in 30 giorni razzisti in Italia non ce ne sarebbero più a piede libero.
E se le carceri trabordassero, tutti su barconi direzione lager libici (che a detta di Salvini sono così belli e accoglienti).
In questo caso prenderemmo per buona anche l’idea della Meloni sul blocco navale: chi prova a tornare indietro raffiche di mitra in aria per dissuaderli.
Niente salvagenti, devono chiamare la centrale operativa libica che cura la zona Sar e che interviene sempre tempestivamente.
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