E’ ITALIANO, TRA I 30 E 40 ANNI: LA CARITAS DISEGNA L’IDENTIKIT DEL NUOVO POVERO
IL DISAGIO PIU’ FORTE PER CASA E LAVORO… E’ UNA GENERAZIONE NON PREPARATA ALLE DIFFICOLTA’… LA FRAGILITA’ SOCIALE ALL’ORIGINE DELLA POVERTA’
Si parla spesso di disagio, di nuove povertà e di accoglienza, mentre crescono le fasce delle persone in difficoltà economica. Il polso della situazione lo hanno le tante associazioni che cercano di prestare aiuto e assistenza a coloro che hanno bisogno sia di trovare un lavoro che di un concreto aiuto economico o alimentare.
Tra queste spicca, in Liguria, la Caritas regionale che ha presentato una settimana fa il “Dossier regionale 2008 delle povertà in Liguria”, un tentativo di inquadrare per età , tipologie e problematiche chi si rivolge ai loro Centri di ascolto sparsi sul territorio della nostra regione.
Ne emerge un quadro sempre più preoccupante, sia dal punto di vista quantitativo che da quello delle emergenze sociali riguardanti fasce d’età fino a qualche tempo fa impensabili.
E’ di nazionalità italiana, tra i trenta e i quarant’anni: ecco l’identikit del “nuovo povero” che si rivolge ai Centri Caritas diocesani per avere un supporto.
Il numero degli assistiti è in costante aumento: 14.736 le persone che lo scorso anno hanno bussato alle porte degli 81 centri di ascolto delle diocesi liguri per essere seguite e aiutate, a fronte delle poco più delle 10.000 dell’anno precedente.
C’e’ una maggioranza in percentuale di donne rispetto agli uomini ( 53,5% contro il 46,5%), gli stranieri sono la maggioranza ( 66% contro il 33%), ma si registra un incremento del 3% degli italiani rispetto all’anno prima.
Pochi gli anziani sopra i 65 anni ( solo il 7%) che spesso chiedono aiuto non per sè, ma per i propri figli adulti ma non ancora autonomi.
Questo, secondo i responsabili della Caritas ligure, conferma l’estrema fragilità sociale dei 30-40enni. Il problema legato alla casa è quello più grave e spesso è causa di altri problemi economici, psicologici e familiari.
Il 48,3% degli italiani che hanno chiesto aiuto ha poi manifestato un disagio di tipo psico-relazionale dovuto alla precarietà professionale ed alla debolezza finanziaria che è motivo di dipendenza economica dalle famiglie di origine.
Per don Adolfo Macchioli, delegato regionale delle Caritas liguri, l’aumento “costante” degli italiani che hanno chiesto aiuto è sintomo che ” la situazione diventa sempre più preoccupante”.
Ha poi sottolineato che “straniero” non vuol più dire automaticamente “povero”. Lo straniero che si rivolge alla Caritas, ha aggiunto, “è generalmente una persona di passaggio che cerca di risolvere la sua situazione”, mentre la situazione della persona italiana che chiede aiuto “è più complessa” tanto che risulta “difficile uscirne”.
“C’è un progressivo aumento della povertà e dell’emarginazione”, una crisi che chiama in causa anche l’educazione e la fragilità dei 30-40enni “non preparati ad affrontare le difficoltà e a saper reagire e meno temprati delle generazioni precedenti che invece hanno dovuto affrontare ben altre difficoltà “.
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