ECCO GLI STIPENDI D’ORO DEI BANCHIERI ITALIANI NEL 2007
LA CLASSIFICA DELLE RETRIBUZIONI INCASSATE DAI MANAGER: NEI PRIMI TRENTA SI VA DA GALATERI (MEDIOBANCA) CON 11 MILIONI DI EURO A MARTI (IW BANK) CON 625MILA EURO… 16 OLTRE UN MILIONE DI EURO… A QUANDO UN VINCOLO GOVERNATIVO ALLE RETRIBUZIONI COME IN AMERICA?
Mentre negli Stati Uniti si affilano le forbici per tagliare i bonus ai manager di Wall Street, in Italia la casta dei banchieri continua a vantare compensi da record.
Lo dimostrano i dati relativi agli stipendi di amministratori delegati, presidenti, vicepresidenti dei consigli di amministrazione, così come emergono dai bilanci 2007, sommando varie voci ed pubblicati da “La voce info”.
Gli emolumenti comprendono infatti i compensi per la carica deliberati dall’assemblea o dal Consiglio di amministrazione. A questi vanno aggiunti i benefici non monetari che comprendono i fringe benefit oltre ai bonus e agli incentivi legati al raggiungimento di obiettivi dibudget.
Infine va tenuto conto degli altri compensi relativi a una moltitudine di casi, dagli emolumenti per cariche in società controllate, agli stipendi percepiti in qualità di dipendenti, alle indennità di fine carica e altri casi ancora.
Al primo posto troviamo Gabriele Galateri, presidente uscente di Mediobanca, con 11 milioni di euro ( di cui 8 per “altri compensi”), segue Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit con 9,44 milioni di euro ( 6 bonus e 3 altri compensi).
Terzo posto per Giampiero Auletta Armenise, amm. del. di Ubi Banca con 5,73 milioni. Segue Corrado Passera, amm. del. di Intesa Sanpaolo con 3,79 milioni di euro. Dopo Corrado Faissola. vicepresidente del consiglio di gestione Ubi Banca ( 3 milioni), spuntano due manager meno noti ma lautamente pagati: Nereo Dacci amm. deleg. del Banco di Desio, con 2,79 milioni e Aureliano Benedetti, presidente di Carifirenze con 2,63 milioni.
Ottavo Emilio Zanetti di Unione di Banche Italiane con 2,42 milioni, nono Guido Leoni di Banca Pop. Emilia Romagna con 1,66, decimo Rampl Dieter di Unicredito con 1,59.
Scorriamo i posti dal 10° al 20° nell’ordine. Giovanni Berneschi di Banca Carige con 1,40, Giovanni Bazoli di Intesa Sanpaolo con 1,36, Salza Enrico di Intesa Sanpaolo con 1,35, Giovanni De Censi di Credito Valtellinese con 1,25, Nicolò Angileri di Banca Profilo con 1,05, Carlo Pasini Fratta di Banco Popolare con 994mila euro, Giorgio Girelli di Banca Generali con 981mila, Massimo Mazzega di Banca Italease con 838mila, Franco Menini di Credito Bergamasco con 836mila, Pasquale Casale di Iw Bank con 825mila euro.
Dal 20° al 30° posto la forbice degli stipendi 2007 è compresa tra 816 e 625mila euro l’anno, quella tra il 31° e il 60° tra 601 e 251mila euro l’anno.
E ancora tra il 61° e l’80° tra i 243mila e i 100mila euro annui.
E ci fermiamo qua, constatando queste cifre allucinanti: ben 16 oltre un milione di euro, ovvero due miliardi delle vecchie lire per l’anno 2007.
Con la crisi finanziaria in atto qualche golden boy della finanza italiana forse qualcosina in meno percepirà nel 2009, per altri nulla sarà cambiato. Spesso non sono stipendi collegati a chissà quale risultato positivo, sono la prassi.
Siamo sempre in attesa che Tremonti, come promesso, metta un tetto governativo alle retribuzioni, come in America.
Mentre i disoccupati e cassaintegrati aumentano, qualche “amico dell’amico” continua a percepire cifre fuori dal mondo dei comunimortali.
Sulla pelle dei correntisti e dei risparmiatori italiani, salvo poi non rispondere mai delle fregature che rifilano ai clienti. E’ un mondo da cambiare ristabilendo i principi di una finanza etica.
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