ELEZIONI REGIONALI, COMUNQUE VADA SARA’ UN INSUCCESSO: CROLLA L’AFFLUENZA, DALLE 23 I RISULTATI
ALLE 19 IN EMILIA HA VOTATO SOLO IL 30,9% DEGLI ELETTORI, CIRCA IL 20% IN MENO DELLE EUROPEE DI MAGGIO (ANCHE IN QUEL CASO UN SOLO GIORNO PER VOTARE)… IN CALABRIA IL 34,6%
Comunque vada sara’ un insuccesso: si potrebbe definire così lo scenario che si sta delineando in Emilia Romagna (e in tono minore in Calabria) dove alle 19 ha votato solo il 30,9% degli aventi diritto.
Poichè i seggi chiuderanno alle 23 è facile ipotizzare una percentuale finale di votanti intorno al 45%.
Sarà quindi una minoranza di elettori a determinare la composizione del nuovo consiglio regionale, delegittimandolo di fatto.
E anche i risultati dei partiti e dei candidati non potranno certo assumere grande rilevanza, non essendo riusciti a coinvolgere nemmeno la maggioranza degli elettori.
Come già sottolineato in Emilia Romagna si è recato alle urne solo il 30,9% degli aventi diritto.
Alle precedenti regionali, quando si votò però anche lunedì, l’affluenza alle urne alla stessa ora era il 39,6%.
Ancora più impressionante è il confronto con le europee di maggio (allora si votava in una sola giornata come oggi) quando alle 19 fu del 52,3%.
Situazione migliore in Calabria (34,62%). Alle precedenti regionali, nel 2010, l’affluenza, alla stessa ora, era stata del 28,7%.
In quella occasione, però, si votava anche di lunedì.
In Emilia Romagna sono chiamati a votare circa 3,4 milioni di cittadini: gli sfidanti sono Maurizio Mazzanti (Liberi cittadini), Stefano Bonaccini (sostenuto da Pd, Sel, Emilia-Romagna civica e Centro per Bonaccini), Alan Fabbri (Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia), Cristina Quintavalla (L’altra Emilia-Romagna), Giulia Gibertoni (M5s) e Alessandro Rondoni (Ncd).
In Calabria invece si è arrivati al voto per le dimissioni dell’allora governatore Scopelliti, messo fuori gioco dalla legge Severino dopo la condanna a 6 anni e l’interdizione dai pubblici uffici per abuso d’ufficio e falso, commessi durante gli anni del suo mandato di sindaco a Reggio Calabria.
Il nuovo Consiglio regionale, per effetto del calo demografico con meno di due milioni di abitanti, sarà composto da soli 30 consiglieri e non più 50.
A contendersi l’ambito ruolo di presidente della Regione saranno in cinque.
Il favorito della vigilia è certamente Mario Oliverio, presidente uscente della Provincia di Cosenza, in campo per il centrosinistra, con ben otto liste al suo fianco, Pd, Dp, Oliverio Presidente, Autonomia e Diritti, La Sinistra, Calabria in rete, Centro Democratico e Cdu.
Uno dei punti di forza di Olverio è la spaccatura del centrodestra, che si presenta diviso.
In corsa ci sono infatti Wanda Ferro, presidente uscente della Provincia di Catanzaro, per Forza Italia con tre liste, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Casa delle Libertà ; e Nico D’Ascola, senatore e noto avvocato per la coalizione “Alternativa popolare” con due liste, il Nuovo Centro Destra e l’Udc.
Gli altri due sfidanti sono Cono Cantelmi, giovane avvocato, per il Movimento 5 Stelle; e Domenico Gattuso, docente universitario, per “L’altra Calabria” che raccoglie i sostenitori della lista Tsipras.
Sull’argomento è intervenuto anche Pippo Civati che sul suo blog ha scritto: «I primi dati dell’affluenza alle Regionali sono disarmanti. Da domani forse sarà più chiaro che la governabilità come unica stella – senza rappresentanza – è non solo un problema, ma un vero e proprio pericolo. La sera delle elezioni sapremo chi ha vinto, forse. Ma sapremo anche che avrà perso la democrazia”.
(da “il Corriere della Sera“)
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