ESCORT: DA BARI A BERGAMO, SPUNTA IL “GIANPI” PADANO PERCASSI JR
IMPRENDITORE, E’ FIGLIO DEL PATRON DELL’ATALANTA… ADESSO IL RECLUTAMENTO PER I FESTINI DEL PREMIER TOCCA BERGAMO…UN NUOVO FLUSSO DI RAGAZZE, QUESTA VOLTA DALL’EST
Bergamo potrebbe essere la prossima emergenza per il premier.
Già lo si era capito da quella lettera giunta a Lele Mora: un detenuto del carcere cittadino metteva in guardia Mora da futuri guai giudiziari.
Il messaggio, però, è finito ai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci che si occupano della bancarotta fraudolenta a carico di Mora.
Non solo: quel “pizzino” ha convinto i magistrati del Riesame a negargli la libertà .
Leggendo le carte delle inchieste condotte a Bari su Tarantini e i suoi amici, emergono altri elementi che conducono dritti a Bergamo.
Anzi, che fanno della città lombarda lo snodo di una rete di nomi con al centro il Cavaliere e le sue ragazze, intorno figure di prima grandezza del jet set e del mondo imprenditoriale.
Si comincia da un’intercettazione: “Adesso vedo di recuperare qualche donna, perchè sono così famosi che non hanno neppure due fiche… solo a pagamento; devo arrivare io da Bergamo, poi le vogliono basse”.
A parlare con Gianpi Tarantini è Stefano Percassi, rampollo di una dinastia di imprenditori con bilanci da centinaia di milioni, a cavallo tra mattone, abbigliamento e calcio: Antonio, il padre di Stefano, è patron dell’Atalanta.
E se segui il filo Percassi (che non risulta indagato) arrivi ad altri nomi.
L’amico Tarantini, certo, ma non solo.
Stefano Percassi è, infatti, amministratore delegato della Billionaire Italian Couture, società nata dall’incontro tra il gruppo brianzolo e Flavio Briatore (non indagato).
Sì, Briatore amico di Stefano, oltre che, ovviamente, del Cavaliere.
Di cui diceva (al telefono con Daniela Santanchè, sottosegretario, ex socia di Briatore): “È malato, Dani!”.
Non solo.
Come raccontò a Repubblica Alessandro Mannarini, amico e collaboratore di Tarantini, “gli anelli tra Tarantini e Berlusconi sono due: Sabina Began, di cui Gianpaolo era ed è molto amico, e Tommaso Buti (imprenditore fiorentino, socio di Briatore)”.
Lungo il filo rosso di Stefano Percassi si incrociano altre storie.
Si ricostruisce un mondo imprenditoriale lombardo che gioca su due tavoli: sostiene il centrosinistra di Filippo Penati e insieme porta le ragazze alle feste di Berlusconi.
Da una parte i capostipiti della famiglia che sacrificano ogni secondo di lavoro all’impresa, dall’altra la nuova generazione che ama anche divertirsi.
I Percassi sono il prototipo della famiglia che in tre generazioni passa da una manciata di operai a oltre mille dipendenti. Puntando sulla laboriosità , ma non disdegnando le amicizie politiche.
Con l’evoluzione finale in nome del berlusconismo.
Le cronache degli anni ’80 sull’Eco di Bergamo raccontano di Luigi Percassi, il capostipite: aveva messo su una piccola impresa edile in valle Seriana, a Clusone. Bergamasco doc, instancabile lavoratore, schivo e riservato, legato alla Dc (delegato al congresso nel 1989).
Amico di Filippo Maria Pandolfi, ministro nei governi scudocrociati, e di Severino Citaristi, storico tesoriere della Balena Bianca, recordman di avvisi di garanzia ai tempi di Tangentopoli: gliene furono notificati più che a Bettino Craxi.
Poi ecco che arriva Antonio. Che ha, si potrebbe dire, una doppia vita: dal 1972 al 1980 è una delle bandiere dell’Atalanta in Serie A.
“Un difensore granitico”, lo definiscono i giornali sportivi. Ma anche un uomo dalla volontà d’acciaio: finiti gli allenamenti, quando i compagni vanno a divertirsi, corre nel negozio che ha aperto a Bergamo.
Sono i Percassi a curare la distribuzione del marchio Benetton.
Da una parte il mattone, dall’altra la moda.
Difensore nel calcio, attaccante nell’impresa. Alla fine Antonio sacrifica il pallone.
E costruisce una fortuna senza tanti clamori.
Il nome Percassi torna alla ribalta l’anno scorso quando l’ex difensore rileva la gloriosa Atalanta, toccata pochi mesi fa dallo scandalo scommesse di Cremona (Serie A cominciata con una penalizzazione di -6 punti e lo storico capitano Cristiano Doni squalificato per tre anni e mezzo). Non solo.
Tra i finanziatori di Filippo Penati, l’ex uomo forte del Pd in Lombardia (nonchè ex sindaco di Sesto ed ex presidente della Provincia di Milano) risultano le società Stilo Retail srl e Finser spa — entrambe del gruppo Percassi — che hanno versato 45 mila euro. Antonio Percassi non è indagato, ma gli investigatori vogliono approfondire un dettaglio: tra gli indagati a Monza c’è l’ingegnere Michele Molina, consulente del gruppo Percassi nell’Idroscalo Park, il più grande centro commerciale d’Europa che sorgerà a Segrate, con l’avallo della Regione Lombardia e della Provincia di Milano. Del resto è grazie a un centro commerciale a Bergamo, l’Orio Center, che Antonio Percassi fa il grande salto e trasforma il suo gruppo in un impero.
Insomma, centrosinistra e centrodestra.
Il primo riceve sostanziosi contributi da Percassi senior.
Al secondo si dedica, nottetempo, Percassi junior.
Due approcci lontani anni luce uno dall’altro che ci raccontano l’evoluzione della “razza imprenditoriale padana” negli anni del berlusconismo.
Ecco Bergamo, dove oggi circolano voci, timori: tutti con gli occhi puntati sul Palazzo di Giustizia.
Ferruccio Sansa e Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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