FARINETTI SI BEVE LA RESISTENZA, CON LA RÉCLAME
LA LIBERAZIONE E’ UN BICCHIERE DI BAROLO A 5 EURO: BENVENUTI NEL 25 APRILE DELLA REPUBBLICA DI EATALY
Mio padre mi diceva sempre: “Ricordati, ragazzo, che le persone sono più importanti delle cose”.
Oscar Farinetti lo ripete spesso nel suo ultimo libro, Mangia con il pane, dedicato al padre Paolo, un partigiano della brigata Matteotti.
“Le persone sono più importanti delle cose”.
Ieri, per celebrare il 70esimo anniversario della Liberazione, il patron dei ristoranti ha acquistato una pagina di pubblicità su un inserto dedicato alla Resistenza e diffuso dal quotidiano torinese La Stampa.
Non ci sono immagini di partigiani, nè fotoche ricordino gli orrori del nazifascismo o ritratti di persone.
Ma in compenso ci sono tre oggetti, tre cose: una bottiglia di vino e due libri.
Il vino è un Barolo Borgogno che, si legge nella paginata di pubblicità , “nasce nelle nostre migliori vigne” e “cresce per almeno quattro anni nelle botti più grandi della nostra cantina, quelle che riescono a esaltare il rapporto eleganza-potenza del Barolo di Barolo”.
Roba da partigiani piemontesi, insomma.
Vino a cui è stato dato nome “Resistenza”. Non manca la spiegazione: “Resistenza sulle tradizioni, sui metodi di produzione che ci hanno tramandato i nostri padri nobili del Barolo”.
Il tutto è accompagnato dall’invito: “Per festeggiare il 25 aprile nei ristorantini di Eataly solo per oggi 5 euro al calice”.
A piè pagina c’è la promozione per due libri: Giustizia e libertà in Langa e Mangia con il pane. L’autore? Oscar Farinetti.
Il patron di Eataly spiega però che tutto questo un senso ce l’ha.
Non è mica commercio, non si tratta di sfruttare a fini economici la festa della Liberazione. No, è tutto strettamente collegato.
Sia il vino sia il libro Mangia con il pane sono infatti dedicati al padre Paolo, comandante capo della XXI brigata Matteotti “Fratelli Ambrogio”.
In una lunga intervista all’Huffington Post, sempre ieri lo stesso Farinetti ha affermato: “Ora ci vorrebbe una nuova liberazione ma Renzi da solo non basta”, e ricordato che “nelle scelte di mio padre, anche in quelle imprenditoriali, c’erano sempre degli obiettivi poetici. Il padrone è orientato al profitto e soltanto al profitto. Mio padre non era così, puntava all’armonia del gruppo, aveva come priorità ì le persone: era un portato di quell’esperienza straordinaria vissuta lì sui monti”.
In verità il padre fu coinvolto in una rapina a un’ambulanza piena di buste paga Fiat, condannato per ricettazione e infine salvato dall’amnistia di Togliatti.
Era un eroe, Paolo Farinetti, poi è diventato un imprenditore (si inventò l’Unieuro) ma non diventò mai un padrone “orientato al profitto”, il padre.
Che è poi la storia raccontata nel libro, interamente dedicato alla vita del padre. Passata per la Liberazione e le Langhe, quella terra centrale nei mesi precedenti al 25 aprile e resa celebre da Beppe Fenoglio.
Il libro trasuda un rispetto assoluto, una sorta di devozione da parte del figlio Oscar. Sulla quarta di copertina si legge: “Padre che partigiano lo è stato sempre, le cui regole di vita erano semplici ma inderogabili: le persone sono più importanti delle cose, i dubbi sono meglio delle certezze e le critiche meglio dell’adulazione, distingui tra il difficile e l’impossibile e sappi individuare le priorità , non mollare mai. Regole riassumibili in quel ‘mangia con il pane’”.
Oscar c’ha aggiunto il vino.
La Liberazione è un bicchiere di Barolo a 5 euro.
Benvenuti nel 25 Aprile della Repubblica di Eataly. Molte cose, poche persone.
Davide Vecchi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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