“FASTIDIOSE LE VOCI DEI BAMBINI”: E IL PALAZZO SFRATTA L’ASILO
AI CAMPIONI DELL’INTOLLERANZA ORA DANNO FASTIDIO ANCHE I BIMBI… LA STRUTTURA E’ ISONORIZZATA E HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA
Sono disturbati dal «vociare dei bambini e il loro passaggio quando entrano o escono». I residenti nel condominio di via Anfossi 36 hanno fatto causa a «La Locomotiva di Momo», nido e scuola materna privata convenzionata con il Comune. E l’hanno vinta. Tanto che la struttura, salvo contrordini, dovrà traslocare.
Ma le due sorelle titolari, Cinzia e Giuliana D’Alessandro, che quattro anni fa hanno investito più di 300 mila euro «con debiti e sacrifici» per ristrutturare l’enorme spazio (600 metri quadrati) e a Milano hanno creato anche altre scuole, non ci stanno. «Siamo davanti a un caso d’intolleranza incredibile – dice Cinzia -. Nel regolamento condominiale non c’è alcun esplicito divieto ad un’attività come la nostra».
L’asilo ha l’ingresso separato, lungo un vialetto che attraversa il giardino comune. E all’interno è insonorizzato.
Dà fastidio? «Abbiamo fatto fare una perizia, e anche l’Arpa ha confermato: nessun rumore acustico che possa arrecare disturbo arriva dalla nostra struttura», si scalda Cinzia, pedagogista nel settore da più di vent’anni.
Le prime tensioni risalgono al 2012.
«Avevamo appena finito i lavori di ristrutturazione, quando gli inquilini hanno comunicato alla proprietaria che in base al regolamento non avrebbe potuto cambiare la destinazione d’uso ai locali, sempre affittati come uffici», spiega il legale delle sorelle, Felice Soldano, che tra l’altro ha lo studio accanto al nido.
La proprietà ha risposto facendo causa al condominio: «Nel rogito l’immobile non era vincolato ad un utilizzo in particolare e anche a prescindere da questo – continua l’avvocato – scuola privata e studi commerciali rientrano nella stessa categoria catastale, dunque l’accusa era pretestuosa».
Da lì però si è scatenata una guerra di carte bollate e quotidiani fastidi, che coinvolgono un grande numero di persone.
Alla scuola sono iscritti 98 bambini, altri 60 sono in lista d’attesa. Ci lavorano 21 dipendenti. E le famiglie fanno cerchio intorno alle proprietarie. «Il 90 per cento dei nidi privati milanesi si trova nei condomini, una cosa del genere non l’avevo mai sentita», sostiene Bruno Del Duomo, papà di Carolina e Beatrice.
«Abbiamo insegnato ai piccoli che quando usciamo per andare al parco si entra nella “bolla del silenzio”, e loro quasi non osano respirare, tutti zitti ed ordinati attraversano quel vialetto», sospira la maestra Vanessa Ugolini. «Fa tristezza, però».
Cos’è che disturba, «il rumore della vita»?
Con un assessore al Tempo Libero, Chiara Bisconti, che si è battuta (vittoriosamente) per il diritto dei bambini al gioco nei cortili, un caso come questo è ancora possibile? «Ci hanno controllato più volte, in tanti, a livello sanitario e di sicurezza. Persino i vigili del fuoco ci hanno fatto i complimenti perchè il nido supera i normali standard richiesti», ancora non ci crede Giuliana.
Quella, dice, è una sede ideale: «Trovarne una analoga, di quelle dimensioni, che affaccia su un parco e nella zona dove ci conoscono dal 1996, è difficilissimo – aggiunge -. Senza contare che ci servono almeno altri otto anni per recuperare l’investimento, non abbiamo la liquidità per poter affrontare un’altra ristrutturazione». E adesso? «Noi tutti speriamo ancora in un atto di disponibilità da chi abita il palazzo – suggerisce Valentina Beggio, mamma di Alice e Francesca -. Magari basterebbe trovare un accordo di pacifica convivenza, con regole morbide, condivise. Alla Locomotiva di Momo è affezionato anche il quartiere, la conoscono tutti».
Elisabetta Andreis
(da “il Corriere della Sera”)
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