FERROVIE, L’ANTITRUST INDAGA SU RIMBORSI, RITARDI E OBLITERATRICI
QUANDO L’EFFICIENZA DI CUI SI VANTA MORETTI NON CORRISPONDE ALLA REALTA’
Tra tutte le orribili esperienze che possono capitare in treno, la richiesta di un rimborso per un ritardo è di quelle che marchiano a fuoco il viaggiatore.
Gli può tener testa solo il combattimento con un controllore testardo su una faccenda che già dal nome fa venire l’orticaria: l’obliterazione del biglietto.
Decine di casi di entrambi i tipi sono state raccolte da diverse associazioni, dal Codacons ad Atc (Associazione tutela del consumatore), da Cittadinanza attiva a Federcosumatori Abruzzo a Confconsumatori, e inviate all’Antitrust.
Che ha aperto due distinti procedimenti nei confronti di Trenitalia
Nel caso della richiesta del bonus, l’Autorità per la concorrenza sospetta che l’azienda ferroviaria bari a più non posso scoraggiando «le istanze degli utenti con una pluralità di comportamenti che renderebbero, in concreto, difficoltoso e in alcuni casi impossibile, il godimento degli indennizzi».
In pratica per il viaggiatore farsi pagare il bonus sarebbe una specie di caccia al tesoro. I tecnici dell’Antitrust hanno individuato almeno 5 ostacoli e trucchetti di Trenitalia per non pagare.
Primo: la richiesta al cliente di un contatto preliminare con un call center, per di più a pagamento.
Della serie: intanto tu viaggiatore paga e poi si vedrà se tocca anche a me Trenitalia. Secondo: l’elaborazione di una casistica «assolutamente discrezionale» in cui nonostante il ritardo sia accertato, il ritardo stesso come per incanto sparisce.
Terzo: anche quando il ritardo è accertato, Trenitalia sostiene che la colpa non è sua. Quarto: quando la richiesta di rimborso non viene accolta, il rifiuto viene comunicato in modo laconico «con scarsa motivazione».
Quinto: i tempi. Trenitalia si concede la bellezza di 21 giorni per accertare se un suo treno ha ritardato e per verificare se il cliente ha diritto al rimborso.
Quando poi si arriva al dunque sul sito www.treni  talia.it   ogni tre per due salta proprio la sezione «richiesta indennizzo». E sicuramente sarà un caso.
Queste le accuse dell’Antitrust.
Anche l’obliterazione spesso è un incubo.
Il regolamento ferroviario prevede inflessibile che il cliente possa viaggiare solo dopo aver obliterato il biglietto, operazione che consiste nel segnare sul ticket con una macchinetta o a mano la data e l’ora del viaggio in modo che lo stesso biglietto non sia utilizzabile una seconda volta.
L’intento ha una sua logica, l’applicazione sovente no.
Istruttiva l’esperienza raccolta da Cittadinanza attiva di una viaggiatrice su una tratta regionale umbra.
La poveretta aveva obliterato con una penna, ma il controllore non ha voluto sentir ragioni e applicando il regolamento l’ha multata senza pietà .
Soprattutto nelle stazioni più piccole i viaggiatori sono spesso costretti a obliterare a mano, dal momento che le macchinette apposite o non ci sono o sono fuori uso, scassate da tempo.
Alle Ferrovie italiane non viene in mente di comportarsi come le altre aziende ferroviarie d’Europa dove acquistare un biglietto in treno non è considerato un comportamento sospetto, ma una normalità .
Daniele Martini
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