FIAT: LA COLPA NON E’ DEGLI OPERAI, MA DI CHI LI COMANDA
A MELFI, A DISTANZA DI 500 METRI, VI SONO GLI STABILIMENTI SIA DELLA FIAT CHE DELLA BARILLA: COME MAI, A PARITA’ DI AUTOMAZIONE, NEL PRIMO IL TASSO DI ASSENTEISMO E’ DEL 28% , NEL SECONDO APPENA DEL 4% ? .. CONTA ANCHE LA DIREZIONE DEL PERSONALE, IL CONSENSO E LA FIDELIZZAZIONE DEGLI OPERAI…CONTA LA CULTURA SOCIALE, LA FORMAZIONE PROFESSIONALE… ALLA FINE OGNUNO HA IL SINDACATO CHE SI MERITA
Le parole di Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, rilasciate alla trasmissione di Fazio, hanno determinato un diluvio di dichiarazioni, tra critiche e applausi.
L’uscita secondo cui la la Fiat “farebbe meglio senza l’Italia” vale il concetto opposto, ovvero che “l’Italia starebbe meglio senza la Fiat”, visto quanto è costata allo Stato mantenerla nei decenni con le casse integrazione all’infinito.
Ma cerchiamo di andare sui dati certi.
Nel 2006, Marchionne prevedeva un utile aziendale Fiat per il 2010 di 5 miliardi, invece si è fermato a 2 miliardi.
C’è la crisi dell’auto ovviamente che ha inciso, ma allora qualcuno ci spieghi perchè la Volkswagen è passata dall’utile di 2 miliardi del 2006 ai 6 miliardi di quest’anno.
Oppure ci illustri come mai la Renault, nei primi 9 mesi del 2010, ha aumentano le vendite in Europa del 10%, mentre la Fiat le ha viste calare del 12,3%.
Questione di mangement forse? O di modelli nuovi che non sono stati prodotti?
O forse è più facile investire negli Usa, quando si ha il sostegno di Obama, o magari in Serbia dove il governo regala 10.000 euro alla Fiat per ogni assunto, oltre a 250 milioni di euro cash per il 33% della Fiat Automobili Serbija ?
La Fiat ormai ragiona da multinazionale che si sposta laddove può contare sul sostegno pubblico e poi critica le maestranze italiane?
Allora ci spieghi una cosa.
A Melfi, ad appena 500 metri di distanza, ci sono due fabbriche, la Fiat e la Barilla, con processi di produzione entrambi completamente automatizzati. Come mai allora alla Fiat di Melfi il tasso di assenteismo è pari al 28%, mentre alla Barilla di Melfi oscilla tra il 3% e il 4% ?
Forse perchè il clima di consenso e la fidelizzazione degli operai è diverso, le direzioni del personale sono diverse, la cultura dell’operaio e dei capi turno è diversa.
In Fiat manca l’inter-relazione tra gerachia aziendale e una specifica cultura sociale.
Fiat ha un altissimo tasso di conflittualità , non fa formazione agli operai, ma solo ai manager.
Ne deriva po che ognuno abbia il sindacato che si merita perchè ciò è una conseguenza dell’azione del management aziendale.
In Fiat vige il concetto: tu operaio prendi poco e fai pure l’assenteista, tanto poi lo Stato ripiana i buchi.
Ecco perchè l’ideologismo sindacale da un lato e l’incuria padronale dall’altro hanno finito per generare dei mostri.
E lo Stato ci ha messo del suo abbandonando l’aggiornamento degli istituti professionalim caratterizzati da laboratori obsoleri.
Se almeno tutti ci evitassero la loro morale a posteriori…
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