FILLON E LE PEN, ADDIO DESTRA DELLA LEGALITA’: SOLO VITTIMISMO E ACCUSE AI GIUDICI
INTRALLAZZATE DI MENO, INVECE CHE ACCUSARE CHI VI COGLIE CON LE MANI NELLA MARMELLATA
Franà§ois Fillon incassa il colpo e parte al contrattacco. In risposta alla convocazione a comparire davanti ai giudici fissata per il prossimo 15 marzo, questa mattina il candidato dei Rèpublicains ha organizzato all’ultimo minuto una conferenza stampa per annunciare che non si ritirerà dalla corsa all’Eliseo, visto che ormai “la democrazia è stata sfidata”.
Nel corso del suo intervento, durato meno di dieci minuti, il leader della destra ha fatto appello a tutto “il popolo francese”, dicendosi vittima di un “assassinio politico” che colpisce l’intera “elezione presidenziale”.
Il candidato dei Rèpublicains ha denunciato una violazione “dello stato di diritto” da parte della magistratura, colpevole di voler compromettere la sua candidatura convocandolo a poco più di un mese dal primo turno delle elezioni presidenziali.
Fillon adotta così la strategia del vittimismo politico.
Puntando il dito contro le istituzioni, il leader repubblicano ha indossato i panni dell’agnello sacrificale da immolare sull’altare del garantismo politico. Per rispondere alle accuse, il candidato ha scelto la via più diretta, inasprendo i toni del suo discorso fino al limite, con il risultato di esasperare il dialogo politico della sua campagna elettorale.
Seppur con argomenti diversi, lo stesso schema è stato adottato anche da Marine Le Pen. Oltre a essere coinvolta in un’inchiesta simile a quella del suo avversario per via di alcuni impieghi fittizi all’Europarlamento, la leader del Front National deve rispondere anche di finanziamenti illeciti delle precedenti campagne elettorali e di questioni riguardanti la mancata dichiarazione di alcuni beni immobiliari.
Dopo l’arresto di una sua collaboratrice e il rifiuto di comparire davanti alla polizia utilizzando l’immunità da europarlamentare, nei giorni scorsi la candidata dell’estrema destra ha fatto appello a una fantomatica “tregua giudiziaria” in questo periodo pre-elettorale
Durante un discorso pronunciato a Nantes la scorsa domenica, Marine Le Pen è arrivata a denunciare “il governo dei giudici” aggiungendo che, una volta vinte le elezioni, “questo potere politico sarà spazzato via” e che molti funzionari dovranno “assumersi le proprie responsabilità ”.
Parole pesanti, suonate come minacce indirizzate alle toghe di Parigi. Per tutta risposta, il sindacato dei magistrati ha replicato attraverso il suo portavoce, Benjamin Blanchet, che si è detto “costernato” da simili affermazioni “antirepubblicane”.
Tra scandali giudiziari, inchieste e dichiarazioni al vetriolo, queste elezioni presidenziali sembrano ormai segnate da un clima di tensione che potrebbe avere delle forti ripercussioni sui risultati.
Costretti a difendersi dalle accuse, i due rappresentanti della destra hanno ormai aperto un conflitto con la magistratura francese, facendo leva su posizioni anti-sistema e populiste.
Per il momento, l’unico a sfruttare questa situazione a suo vantaggio è Emmanuel Macron.
Secondo gli ultimi sondaggi, l’ex ministro dell’Economia risulterebbe vincitore al ballottaggio contro Marine Le Pen, ottenendo il 58% delle preferenze.
Dato inizialmente come favorito, dopo lo scoppio del Penelopegate Fillon ha perso parecchi punti, precipitando rovinosamente nei sondaggi. Il candidato della destra non passerebbe neanche il primo turno, restando fermo al 20%.
In visita al salone dell’agricoltura, Macron ha commentato il discorso del suo rivale definendolo come “il segno di una perdita di nervi”.
In altre parole, Fillon non sarebbe più una minaccia per il leader di En Marche!, che dopo questi ultimi eventi ha dinnanzi a sè una strada spianata verso l’Eliseo.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply