FINI, ATTACCO FINALE CONTRO BERLUSCONI: “DOPO LA FIDUCIA, NOI ALL’OPPOSIZIONE”
“IL PREMIER NON VUOLE GOVERNARE, MA SOLO PROTEGGERSI DAI PROCESSI”…”BERLUSCONI NON AVRA’ LA FIDUCIA E SE CI RIUSCISSE PER UN VOTO SI LIMITEREBBE SOLO A VEGETARE: IL PAESE HA BISOGNO DI ALTRO”… “DOVEROSA L’INCHIESTA SULLA COMPRAVENDITA DEI PARLAMENTARI”…E FINI LANCIA UN GOVERNO TREMONTI
Lo scontro è pesante da mesi ma, se possibile, nella domenica di vigilia del confronto in Parlamento, la distanza tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini appare definitivamente incolmabile.
Il presidente della Camera, accompagnato da Italo Bocchino, va in televisione da Lucia Annunziata a dire la sua.
E sono parole che pesano come pietre, al di là del risultato di martedì perchè se il governo «dovesse salvarsi con un pareggio o un voto in più sarà ugualmente in crisi. Tirerà a campare» e lo farà solo perchè «vuole rimanere a palazzo Chigi» finchè c’è «il legittimo impedimento» per lui è «fondamentale restarci».
Piuttosto nell’interesse del Paese, dice Fini come in mattinata aveva già ribadito Pier Ferdinando Casini, il premier dovrebbe dimettersi «altrimenti dal giorno dopo, saremo alla paralisi con un governo che vegeta».
E con Fli formalmente all’opposizione: da mercoledì mattina, qualunque sia l’esito del voto del 14, «saremo a tutti gli effetti un movimento politico di opposizione», anche se sempre «nell’ambito del centrodestra».
Se prevarrà la sfiducia (Fini ne è convinto), allora per il presidente della Camera la strada maestra: «Un nuovo governo di centrodestra».
Magari guidato da Giulio Tremonti: «È il ministro cardine dell’attuale esecutivo ed è chiaro che sarebbe un nuovo governo di centrodestra, ma io non ne faccio una questione relativa al nome ne faccio una questione relativa al programma».
«Io non ho la sfera di cristallo ma Berlusconi non avrà la fiducia», afferma Fini ma, sollecitato da Annunziata, accetta una scommessa: quella di dimettersi da presidente della Camera se la fiducia dovesse passare con 10 voti in più. Che Silvio Berlusconi possa prendere la fiducia per «dieci voti non ci crede nemmeno chi crede a Babbo Natale, nemmeno mia figlia Carolina… Io non credo a Babbo Natale… E visto che non ci credo, accetto la scommessa».
Quanto a trattative sul filo di lana, Fini stoppa così ogni ipotesi: ormai da qualche tempo c’è una «doppia personalità che caratterizza Berlusconi» e per questo ormai non «possiamo più fidarci delle sue parole».
Fini è convinto che in Parlamento «Berlusconi dirà tutto quello che ci vogliamo sentir dire, farà un discorso tutto latte miele, ma noi non ci fidiamo più», perchè il «pomeriggio fa un discorso di apertura, salvo insultarci la mattina».
Per questo, ribadisce, l’iniziativa della colombe è stata «tardiva».
«Le parole -prosegue Fini- se le porta il vento. Qualunque cosa dirà saranno impegni verbali. Discorso diverso sarebbe stato se qualche giorno fa si fosse passati dalle buone intenzioni ai fatti».
“Saremo all’opposizione ma in un’ottica di centrodestra – ha precisato -. Anzi, lanciamo un’opa sul centrodestra perchè la destra si merita di più di quello che le viene offerto oggi da Berlusconi».
«Quella di un nostro interesse per un’alleanza con la sinistra – ha aggiunto – è una barzelletta a cui ormai crede soltanto Berlusconi».
Quindi avverte quanti stanno valutando di votare la fiducia che quel voto equivarrà ad aprire la strada al voto anticipato perchè questo «è il disegno di Berlusconi».
Infine,sulla presunta compravendita di parlamentari, per Fini è stato «gravissimo» che esponenti del Pdl abbiano considerato come un’ingerenza l’apertura di un’indagine da parte della Procura di Roma.
Ha anche parlato di Pier Ferdinando Casini sgombrando il campo dall’ipotesi che possa «tornare sotto l’ombrello di Berlusconi».
Lui, osserva, «ha fatto un enorme sforzo e ha vinto un’enorme scommessa quando è tornato in Parlamento contro il Pd e contro il blocco Pdl-Lega, quindi contro di me allora. E Casini può svendere mai la sua recente storia politica”.
Le parole del leader di Fli hanno irritato non poco il presidente del Consiglio, secondo quanto ricostruiscono diverse agenzie citando fonti del centrodestra. Il premier ha assistito all’intervista di Fini in tv e chi lo ha sentito riferisce di un premier furioso per le frasi del presidente della Camera.
«Avete visto? Fini non vuole nessuna trattativa: sa solo insultarmi e questo dimostra che il suo unico obiettivo è quello di eliminarmi» avrebbe detto Berlusconi.
Nella sua arroganza per lui è inconcepibile che qualcuno possa contestare il presidente affarista di un consiglio di amministrazione.
Ma la politica richiede qualità e lucidità mentale che il premier notoriamente non possiede.
Leave a Reply