FINI: “LA COESIONE NAZIONALE E’ UN BENE PREZIOSO: NON ABBANDONIAMO LA GENTE DI TERZIGNO”
“UN DOLORE VEDERE IL TRICOLORE BRUCIATO, NESSUNO DEVE SENTIRSI LASCIATO SOLO DALLE ISTITUZIONI”…”SENTIRSI NAZIONE E’ UN PLEBISCITO CHE SI RINNOVA OGNI GIORNO, OCCORRE UNA CONCRETA VICINANZA AGLI ITALIANI, ALLE LORO ANSIE E AI LORO TIMORI”…”L’UNITA’ NAZIONALE E’ UN BENE INTANGIBILE”
“L’immagine del tricolore bruciato nei giorni scorsi durante gli scontri a Terzigno, non può che costituire motivo di dolore e preoccupazione”.
Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo questa mattina a Montecitorio alla presentazione del volume ‘Garibaldi: due secoli di interpretazioni’.
“Occorre – ha aggiunto – un impegno corale e convinto affinchè nessuna comunità locale, o ceto, o categoria possano sentirsi abbandonati, anche quando non lo sono, dalle istituzioni e della comunità nazionale”.
Per la terza carica dello Stato, “è dovere delle Istituzioni – sottolinea – impegnarsi per rafforzare nel nostro popolo il senso di appartenenza a una ‘comunità di destino, sentirsi nazione nel senso di Joseph Ernest Renan, in un plebiscito che si rinnova ogni giorno.
E’ un obiettivo che può e deve essere raggiunto – sostiene ancora Fini – non solo attraverso la memoria comune, ma anche e soprattutto attraverso la vicinanza effettiva alla vita concreta degli italiani, alle loro ansie, ai loro timori”.
Fini punta il discorso sulla coesione nazionale: “uno dei beni più preziosi e intangibili dell’Italia di oggi”.
Così nelle parole del presidente della Camera il mito di Garibaldi “coincide per molti aspetti con il mito stesso del Risorgimento, quel mito che siamo oggi chiamati, nell’imminenza del centocinquantenario, a rinnovare. Soprattutto nella coesione nazionale, che rappresenta uno dei beni più preziosi e intangibili dell’Italia di oggi”.
“Con l’odierna ricorrenza – ha aggiunto riferendosi all’anniversario dell’incontro di Teano tra Giuseppe Garibaldi e re Vittorio Emanuele II – ci avviciniamo in modo significativo al grande appuntamento del 2011, centocinquantesimo anniversario dell’unità della Patria. Questa giornata deve costituire un ulteriore richiamo alla necessità di difendere e rilanciare il valore dell’unità nazionale, è essenziale farlo nel momento in cui la coesione tra italiani di ogni ceto, di ogni appartenenza geografica, di ogni ispirazione politico-culturale si rivela decisiva per vincere le grandi sfide che riguardano il futuro del nostro Paese”.
L’anniversario per il presidente della Camera è “uno dei momenti simbolicamente più forti del processo di unificazione nazionale”.
“Il simbolo “dell’unificazione politica – dice la terza carica dello Stato – tra l’Italia meridionale, appena liberata da Garibaldi, e l’Italia centrosettentrionale”.
L’idea di presentare la figura di Garibaldi attraverso il racconto, la testimonianza e l’analisi dei suoi numerosi interpreti, come fa appunto il volume presentato oggi, è secondo Fini “di grande originalità “.
E anche “l’ulteriore dimostrazione – conclude – della centralità della figura dell’eroe nella tradizione, nell’iconografia e nell’immaginario dell’Italia unita”.
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