FINI PRONTO A STACCARE LA SPINA A FUTURO E LIBERTA’
RESTA L’INTESA CON CASINI PER RIUNIRE MODERATI, RIFORMISTI E FUORIUSCITI PDL
Casini suona il liberi tutti. Le elezioni amministrative sono andate maluccio.
Tanto che Pier Ferdinando Casini cinguetta su Twitter: «Il Terzo Polo non serve più». In realtà , già prima del voto del 6 maggio, il leader dell’Udc aveva in mente prospettive più ambiziose. Per ora, lo chiama Partito della nazione, ma con tutta probabilità il nome cambierà ancora.
L’ambizione è creare una casa capace di ospitare gli orfani della Dc, ma anche del Psi, e gli spaesati di Forza Italia e, soprattutto, i tecnici del governo Monti, affascinati dalla prospettiva di continuare a fare politica. Ma senza dubbio a Casini non serve più tenere insieme le sigle che hanno dato vita al Terzo Polo.
Anzi, i centristi auspicano che anche Futuro e libertà , l’Api di Rutelli e l’Mpa di Lombardo vogliano «sciogliersi in un movimento dei moderati e dei riformisti».
«Fli non serve più». E qui nasce il problema.
Raccontano che Fini non abbia preso affatto bene l’accelerazione di Casini e il de profundis per il Terzo Polo.
Di qui il frettoloso faccia a faccia tra i due. Che, ovviamente, alla fine dell’incontro, assicurano di essere sempre in perfetta sintonia.
Cosa che potrebbe essere vera perchè, in realtà , il leader di Fli ha condiviso l’idea di «andare oltre il cartello terzopolista» già prima del voto del 6 maggio.
«Non serve un partitino del 4,5 per cento che si accontenti di svolgere la funzione di ago della bilancia», ammoniva alla convention futurista di Pietrasanta.
Traduzione: inutile insistere con l’idea di coltivare un partitino che si accontenta di vivacchiare.
Fli, insomma, secondo il suo leader, è stata un’esperienza «nobile e valorosa», ma destinata ad estinguersi, con buona pace di coloro che hanno sperato in un suo rilancio, se non altro per avere la possibilità di occupare poltrone e poltroncine. Speranza delusa, perchè Fini, ora più che mai, ha intenzione di «navigare in mare aperto».
Con Casini, perchè no, sempre che quest’ultimo non voglia semplicemente ritornare all’alleanza con il Pdl.
Per questo, il presidente della Camera ha voluto subito incontrare Casini.
Fini vuole unire moderati e riformisti. Tuttavia, al momento, vuole essere ottimista e prova a scommettere sul nuovo Partito della nazione.
Se il progetto prevedrà il coinvolgimento di tutti i moderati e i riformisti, non solo del Pdl, lui ci sarà .
Lui. Ma che fine farà Futuro e libertà ?
Il vice presidente, Italo Bocchino, parla ancora di una federazione con l’Udc, l’Api e Lombardo. «Code del pleistocene», chiosano i fedelissimi del presidente della Camera.
D’altronde, Fini immagina un orizzonte davvero futurista.
E per raggiungerlo è anche pronto a sacrificare, una volta di più, parte dei suoi.
E’ questa la paura che agita i finiani ex An, che si arroccano della «difesa dell’identità » e, per esorcizzarla, invocano, ancora una volta il ritorno nella politica attiva del capo.
I protagonisti sopravvivono ai partiti.
Ancora lo stesso tormentone: Fini lasci la presidenza della Camera e guidi la riscossa del partito spiegando il progetto del nuovo patriottismo repubblicano in tutta Italia. Gli appelli si moltiplicano sui social network.
Ma Fini, al quale manca un anno per concludere il suo mandato alla guida di Montecitorio, non ha nessuna intenzione di lasciare prima del tempo.
Non lo ha fatto quando contro di lui si sono scatenati i gossip confezionati ad arte da Lavitola, figuriamoci adesso.
Anzi, è convinto di trarre maggiore forza proprio nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, che può tenerlo al riparo dalla tempesta che rischia di travolgere i partiti. I partiti, appunto, non i protagonisti di quel cambiamento che ha portato alla caduta di Berlusconi e alla nascita del governo Monti.
E Fini ha dalla sua il merito di aver alzato il dito contro il Cavaliere al momento giusto, provocando il primo scossone nel centrodestra.
E’ questo il capitale che gli permetterà di restare sulla scena politica.
Anche senza Futuro e libertà .
(da “Il Retroscena”)
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