FITTO VERSO L’ADDIO A FORZA ITALIA, LA ROTTURA NELLE PROSSIME ORE, IN PUGLIA ORA SILVIO SPERA NEL SOLITO AIUTINO DI SALVINI E DELLA MELONI
BERLUSCONI: “SE NON SI FIDA PIU’ DI ME VADA ALTROVE”… IL PROGETTO DI UN ASSE CON ALFANO, TOSI E NUOVE AGGREGAZIONI
La “cosa bianca” del dopo-Berlusconi prende già forma.
Primo banco di prova le regionali, per strappare consiglieri e radicarsi, dal Veneto alla Puglia passando per la Campania.
Per decollare subito dopo, quando i pezzi del centrodestra ormai recisi dal corpaccione berlusconiano tenteranno una qualche forma di federazione sotto le bandiere di un Ppe in salsa italiana.
Angelino Alfano e i centristi (settanta parlamentari) dell’Area popolare con Flavio Tosi ormai “ex” del Carroccio di Salvini, per arrivare a Raffaele Fitto e ai suoi trenta tra deputati e senatori, a un soffio dalla scissione.
È tutto un mondo in movimento, destinato a trasformarsi in calamita per le tante anime in pena dentro Forza Italia e tentate dal tagliare la corda dopo il probabile big bang del 31 maggio.
Un’operazione che, per compiersi, necessita però di alcuni passaggi.
Uno dei principali è l’effettivo addio di Raffaele Fitto al suo partito. Condizione che potrebbe maturare già nelle prossime ore.
Questa mattina, a Bari, nella conferenza stampa di lancio della coalizione moderata che lo sosterrà , il candidato governatore Francesco Schittulli si presenterà senza il simbolo del partito berlusconiano.
Al suo fianco, i Ricostruttori di Fitto e l’Ncd, con altre sigle minori. Ma non Forza Italia, appunto.
«Attendiamo ancora un invito ufficiale, se non arriverà ne prenderemo atto e andremo per la nostra strada», diceva ancora ieri il commissario forzista pugliese Luigi Vitali. L’invito non arriverà .
Perchè anche Raffaele Fitto attenderebbe entro stamattina un comunicato ufficiale con cui Forza Italia firmi di fatto la resa: una figura di garanzia (Altero Matteoli il primo dei nomi proposti) che presenti la lista a Bari (al posto di Mariarosaria Rossi o di un suo delegato) e soprattutto la presenza in squadra di tutti gli uscenti e di altri 8-10 amministratori locali vicini proprio all’eurodeputato.
Fitto, ieri sera, serafico: «Io non ho pregiudizi, se accettano le nostre condizioni, siamo felici di correre sotto le insegne di Fi».
Una provocazione, vista dal fortino di Villa Certosa dove Silvio Berlusconi è rimasto chiuso anche ieri. Le condizioni sono state bocciate, giudicate irricevibili.
Lo sfogo dell’ex Cavaliere coi suoi non sembra lasciare margini.
«Altri prima di Fitto hanno pesato di avere il mondo in mano, poi si è visto com’è finita», si è lasciato andare alludendo ai vari Fini, Casini, Alfano.
«Raffaele non si fida dei miei uomini? Vuol dire che non si fida più di me, vada altrove». Lo considera già un corpo estraneo.
Per questo ha promesso a Vitali che in Puglia farà tappa due se non tre volte: la battaglia contro il pd Emiliano è persa, ma l’obiettivo adesso è scalzare proprio il duo Fitto-Schittulli e relegarlo al terzo posto.
«Si tratterà fino all’ultimo – spiega cauto dalla Liguria l’altro candidato governatore, Giovanni Toti – detto questo, abbiamo un piano alternativo. Saremo in corsa comunque coi nostri uomini in Puglia, anche con Matteo Salvini che non vede l’ora di misurarsi al Sud con la sua lista. E a quel punto – conclude il consigliere di Berlusconi – mi sembra difficile che Giorgia Meloni possa stare altrove».
Proprio in Liguria, Forza Italia sogna ora il colpaccio e di sfruttare le scintille in seno al pd.
Un ultimo sondaggio Euromedia datato 8 aprile darebbe Raffaella Paita (Pd) al 32,5 per cento, proprio Toti al 29,7, a meno di tre punti e con la campagna appena iniziata, il candidato grillino Alice Salvatore al 20,9 e Luca Pastorino della Sinistra al 16,9 (ma col 43,6 di indecisi).
E domenica probabile abbraccio pubblico tra Salvini, il riluttante Rixi (ex candidato alla Regione per la Lega) e lo stesso Toti.
Ma è in Veneto che Flavio Tosi – altro caposaldo della “Cosa bianca” a Nord – punta a strappare consensi decisivi agli ormai avversari forza-leghisti. Con Alfano alla sua sinistra e Fitto a destra.
«Anche in Veneto Fi sta mettendo fuori tutti i fittiani – denuncia la senatrice forzista Cinzia Bonfrisco – a costo di presentare liste deboli », la scelta per la fronda forzista appare fatta anche nel Nordest.
Le regionali tuttavia serviranno giusto per recidere gli ultimi cordoni che legano al loro passato i quarantenni già al lavoro per un’altra forza moderata e “popolare”, da Tosi a Fitto ad Alfano.
La partita si aprirà dal primo giugno. A loro potrebbero guardare i tanti che, come la senatrice Manuela Repetti (ex Fi col compagno Sandro Bondi), sono convinti che «la sfida è un nuovo progetto di centro alleato con Renzi».
Poi ci sono i parlamentari vicini a Denis Verdini, ormai in rotta con Berlusconi al punto da voler onorare il patto del Nazareno e votare le riforme. Già , il premier.
È il vero elemento di contraddizione all’interno di questo puzzle ancora informe. Alfano siede al suo fianco a Palazzo Chigi, Raffaele Fitto non ne vuol sentire parlare. Ma da qui alle politiche, tra due o tre anni, tutto lo scenario è destinato a mutare.
(da “La Repubblica“)
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