FLI SPACCATO A META’: DAL VOTO ALLE ALLEANZE E PER L’ASSEMBLEA PERSINO SUL DOVE
FINI EVOCA NUOVI FORMAT FAMILIARI…PER ORA REGGE L’ALLEANZA CON CASINI, MA FINO A QUANDO?
L’unico paletto che Gianfranco Fini pone in vista di future alleanze riguarda “quanti non hanno intenzione di sostenere Monti”.
Il che significa porte chiuse a Italia dei valori, Sinistra e libertà , Lega, ma anche a quella parte del Pdl che progetta una presa di distanza dal governo dei professori.
Il presidente della Camera non crede che sia possibile “andare al voto con questa legge elettorale”.
Ma se il Porcellum dovesse essere riformato, si potrebbe anche andare a votare in autunno. Ipotesi, al momento, remota, viste le divisioni dei partiti sul sistema elettorale da scegliere.
Tuttavia, nulla è escluso. E Fini con i suoi valuta concretamente anche l’eventualità che tutto precipiti e che si debbano indire le elezioni politiche entro il 2012.
Il più convinto fra tutti di questo scenario, è il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, che in vista delle urne intende serrare i ranghi dei futuristi.
Il 25 luglio di Fini.
Sarà per questo che il 25 luglio nell’ufficio di presidenza di Fli, Bocchino ha voluto segnalare come ormai il partito sia nettamente diviso in due.
Da una parte i fautori dell’identità , pronti a rafforzare il partito per misurarsi anche nelle urne, dall’altra quanti intendono andare oltre Fli, che vedono come “un partitino”, per gettarsi nell’ampio mare delle alleanze tra riformisti e moderati.
Ma la data fatale, 25 luglio, ha dato la stura a facili ironie.
”Visto che è Fini a predicare di ampliare gli orizzonti di Fli, sembra proprio che l’ufficio di presidenza si sia trasformato in una sorta di replica del Gran Consiglio che nel 1943 sfiduciò Mussolini”, provoca Umberto Croppi.
Mai il partito dei “ricchioni”.
Ironie e nostalgie a parte, resta il fatto che su molti argomenti il leader e il suo vertice hanno ormai idee divergenti.
Riguardo alla legge elettorale Fini è per l’uninominale, Bocchino per le preferenze; se dal vertice del partito c’è una ritrovata cautela sui gay, Fini si spinge invece a invocare “nuovi format familiari”.
Che succede, dunque, tra i futuristi?
Per Bocchino lo stallo di Fli va attribuito alla componente che predicava lo scioglimento del partito in nome dell’alleanza al centro e perfino al centrosinistra.
E, in vista di un’accelerazione elettorale, spinge per rafforzare Fli invocando “i valori della destra”.
Nell’ufficio di presidenza, raccontano, c’è stato anche chi si è preoccupato di “non trasformare Fli nel partito dei ricchioni”.
Fini, per ora, tace e non prende posizione a favore dell’una o dell’altra corrente. Si limita a ribadire il sostegno a Monti e ad alleanze più larghe.
Il che non è privo di significato, ammesso che regga il feeling con il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, molto tentato dall’autosufficienza.
Lo sgambetto dell’Assemblea.
Intanto i progetti lanciati neppure un mese fa dal presidente della Camera per il suo partito segnano il passo.
L’assemblea dei mille, immaginata da Fini come un’assise tra esponenti della società civile pronti ad allargare e a irrobustire gli orizzonti di Fli, prevista per settembre, si sta arenando tra mille liti interne.
Il comitato promotore, del quale fanno parte un ex radicale, un ex socialista, un ex democristiano, oltre agli ex Msi-An tarda a decollare.
Di certo c’è solo la location, Arezzo, nonostante Fini avesse detto di preferire Roma.
Proposta archiviata perchè il Palazzetto dello sport e l’Auditorium della Capitale sarebbero stati indisponibili per l’evento.
Così affermava il vertice di Fli.
Peccato che, a una verifica successiva, le strutture risultino libere.
Ma tutto serve, evidentemente, per imporre la propria linea.
(da “Il Retroscena”)
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