FONDI LEGA, IN CARCERE PRIME AMMISSIONI DAL PRESTANOME
IL LEGALE: “IN CORSO INDAGINE DI AMPIO RESPIRO”
Ci sarebbero delle prime ammissioni, sui fatti che gli vengono contestati, da parte di Luca Sostegni, il presunto prestanome nel caso della Lombardia Film Commission. L’interrogatorio del sessantaduenne, che si è svolto nel carcere milanese di San Vittore, rientra nell’inchiesta sui 49 milioni spariti dalle casse della Lega.
Secondo quanto riporta l’Ansa i fatti relativi alla presunta estorsione per ottenere denaro in cambio del suo silenzio, li avrebbe qualificati non come estorsivi. A chi gli ha chiesto se Sostegni abbia parlato di soldi alla Lega l’avvocato Daniela Pulito ha risposto che «c’è il segreto istruttorio, c’è un’indagine in corso ad ampio respiro».
Fuori dal carcere il legale ha spiegato anche che «sono state rese dichiarazioni al gip e ai pm e ha risposto alle domande, noi ci siamo opposti alla richiesta di custodia cautelare della Procura». Dopo l’interrogatorio col gip di stamani, ha chiarito l’avvocato, i pm «hanno chiesto di interrogarlo».
Le è stato domandato anche se i pm abbiano chiesto al presunto prestanome di una sua eventuale conoscenza con Matteo Salvini e il difensore ha replicato: «Non è domanda a cui posso rispondere, se e qualora gli fosse stato chiesto non potrei rispondere».
Sostegni, ha aggiunto il legale, «aveva una vita tranquilla in Brasile, è scosso e turbato dalla vicenda».
Sostegni è stato fermato mercoledì sera, nell’inchiesta della Procura di Milano su una presunta compravendita gonfiata per un immobile a Cormano, nel Milanese, per la Lombardia Film Commission. Inchiesta che vede indagati anche tre commercialisti, tra cui Michele Scillieri, vicini alla Lega. Sostegni è indagato per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, peculato ed estorsione, perchè avrebbe minacciato Scillieri e gli altri due professionisti, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, ex revisori contabili della Lega, di rivelare alla stampa i dettagli di questa e altre operazioni.
Interrogato dal gip di Milano Giulio Fanales, avrebbe chiesto per il suo silenzio 50 mila euro e ne avrebbe ottenuti almeno 25 mila, oltre alla promessa di 1000 euro ogni 20 giorni. È stato fermato, secondo i pm, mentre stava scappando in Brasile. All’interrogatorio è presente anche il pm Stefano Civardi che con l’aggiunto Eugenio Fusco ha chiesto la misura di custodia in carcere per Sostegni. La Guardia di finanza intanto indaga sulla rete di società gestite da Scillieri e sui beneficiari finali degli 800 mila euro usciti dalle casse della Lombardia Film Commission, partecipata regionale, e di altre operazioni su cui si concentrano i sospetti.
(da agenzie)
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