FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE: “DALL’ITALIA RISCHIO CONTAGIO GLOBALE”
“REDDITO DI CITTADINANZA E’ UN DISINCENTIVO AL LAVORO”
Alla vigilia della sforbiciata europea alle stime di crescita e mentre il decretone incassa in Parlamento gli appunti da parte delle istituzioni e delle associazioni, il Fondo monetario internazionale sferza l’Italia nel suo consueto report sul Paese.
A cominciare proprio dal tema della crescita, che è rallentata e mette ora in rialzo il rischio di recessione.
Il rapporto, stilato nello scorso dicembre, rileva che le debolezze strutturali dell’Italia sono alla base della perfomance economica del Belpaese, per il quale “i rischi sono significativi e sono al ribasso”.
Secondo il Fondo, in caso di un acuto stress dell’Italia l’effetto contagio potrebbe essere globale e significativo. “Uno stress acuto in Italia potrebbe spingere i mercati globali in territori inesplorati”.
Reddito di cittadinanza bocciato
Sulle misure cardine del governo Lega-M5s la diagnosi non è tenera. A cominciare dal Reddito di cittadinanza, che secondo l’istituzione di Washington prevede un incentivo “molto alto, fissato al 100% della linea di povertà relativa in confronto al 40-70% indicato nelle buone pratiche internazionali”.
Come hanno rilevato Confindustria e altri osservatori, il timore è che si trasformi in un disincentivo al lavoro: “I benefici sono relativamente più generosi al Sud, dove il costo della vita è più basso – si legge – con l’implicazione di maggiori disincentivi al lavoro così come di rischi di dipendenza dalla misura di welfare”.
Anche la scala di equivalenza che penalizza le famiglie più numerose finisce nel mirino: “Sebbene i benefici siano finalizzati ai poveri, quelli aggiunti si riducono troppo rapidamente al crescere dei componenti del nucleo familiare, penalizzando le famiglie più numerose mentre i pensionati sono trattati in modo preferenziale. Controlli adeguati saranno essenziali per un efficace controllo dei destinatari del reddito”.
Anche Quota 100 nel mirino
Non scappano alla rete del Fmi neanche le norme previdenziali.
Iniziative come Quota 100 “aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica, imporranno un onere ancora maggiore sulle generazioni più giovani, lasceranno meno spazio alle politiche di crescita pro-crescita e porteranno a tassi di occupazione più bassi tra i lavoratori più anziani”.
In aggiunta, dice il Fondo, “sulla base delle esperienze in altri paesi è improbabile che l’ondata prevista di pensionamenti possa creare altrettanti posti di lavoro per i giovani”.
Il timore in questo caso si ribalta sulla tenuta delle finanze pubbliche. “Anche a politiche invariate – continua l’Fmi – l’Italia dovrà far fronte a pressioni pensionistiche significative nei prossimi 2-3 anni, che metterà a dura prova i conti pubblici”.
Di qui “l’urgenza di razionalizzare gli eccessi all’interno del sistema” previdenziale, “ad esempio collegando strettamente le prestazioni ai loro contributi), mantenendo l’indicizzazione dell’età pensionabile all’aspettativa di vita e adeguando i parametri pensionistici” alle disponibilità .
(da agenzie)
Leave a Reply