FONTANA DEVE DIMETTERSI: LA TESI DIFENSIVA PER CUI “VOLEVA RIMBORSARE” IL COGNATO CONTRASTA CON LA SUA VERSIONE INIZIALE, QUINDI HA MENTITO
COSA DEVE MAI RIMBORSARE SE IL COGNATO HA FATTO UNA DONAZIONE COME HA SEMPRE SOSTENUTO?… ADESSO AMMETTE CHE ERA UNA VENDITA A TRATTATIVA PRIVATA, FATTA DIVENTARE DONAZIONE UNA VOLTA SCOPERTO DA REPORT, E DI SUA TASCA HA VERSATO 250.000 EURO AL COGNATO
Il 19 maggio, allertato da un’intervista di report di quattro giorni prima, il governatore chiese all’Unione Fiduciaria di effettuare un bonifico da un suo conto personale in favore della Dama spa: 250mila euro, il mancato profitto della vendita dei dispositivi. Operazione che la fiduciaria ha segnalato alla Banca d’Italia come sospetta e che, scrive il Corriere, dimostra come il leghista fosse al corrente dell’operazione nonostante se ne dichiarasse totalmente estraneo
Al centro delle verifiche dei pm dell’aggiunto Maurizio Romanelli e della Guardia di Finanza c’è proprio il ruolo svolto dal governatore che, fino al 7 giugno, si era dichiarato estraneo alla procedura: “Non ne sapevo nulla e non sono mai intervenuto in alcun modo”.
Ma come racconta il Corriere della Sera, con parte dei soldi di un conto in Svizzera a suo nome, sul quale nel 2015 aveva fatto uno “scudo fiscale” per 5,3 milioni detenuti fino ad allora da due trust alle Bahamas, il leghista cercò di effettuare già il 19 maggio, allertato da un’intervista di Report quattro giorni prima, un bonifico sospetto da 250mila euro in favore della Dama spa del cognato e, per il 10%, della moglie Roberta: in poche parole, la cifra corrispondente al mancato profitto del parente causato dal provvedimento che Fontana prenderà il giorno dopo, ossia quello di trasformare la vendita dei 75mila camici alla Regione in donazione e la rinuncia dell’azienda a farsi pagare dalla Regione i 49.353 camici e i 7.000 set già consegnati.
Un’operazione che ha fatto scattare l’allarme nell’Unione Fiduciaria, incaricata da Fontana del bonifico, che così blocca il pagamento perchè in base alla normativa antiriciclaggio non ravvisa una causale coerente con il bonifico, disposto oltretutto da un soggetto “sensibile” per l’incarico politico.
E così la fiduciaria, in segreto, fa una segnalazione di operazione sospetta all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia, che la gira alla Guardia di Finanza e alla Procura che iniziano a indagare sul ruolo di Fontana nella vicenda.
Poco dopo, i finanzieri si recano nella sede dell’Unione Fiduciaria, acquisiscono gli atti e il 9 giugno ascoltano il responsabile della Funzione antiriciclaggio.
Due giorni dopo, l’11 giugno, Fontana chiede alla fiduciaria di non effettuare più il bonifico richiesto con grande urgenza. È lo stesso procuratore Romanelli a spiegare che “il fascicolo sulla fornitura dei camici viene aperto sulla base di una segnalazione di operazioni sospette trasmesso alla Procura di Milano dal nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza”.
L’ipotesi degli inquirenti è che quindi il governatore lombardo, a differenza di quanto dichiarato fino al 7 giugno, sapesse da almeno tre settimane cosa stesse succedendo con l’affare camici, pur continuando a dichiarare la propria estraneità ai fatti.
Se questo venisse confermato, costituirebbe una violazione del “Patto di integrità ” contro il conflitto d’interesse.
Secondo il Corriere, Fontana ha saputo fin da subito dell’affare, dato che a informarlo fu il suo assessore Raffaele Cattaneo, capo dell’unità di emergenza che cercava di reperire il maggior numero di camici possibili nei giorni dell’emergenza Covid.
“Quando è venuto a sapere della fornitura, per evitare equivoci gli ha detto di trasformarla in donazione e lo scrupolo di aver danneggiato suo cognato lo ha indotto in coscienza a fare un gesto risarcitorio”: lo ha spiegato all’ANSA Jacopo Pensa, legale di Attilio Fontana, indagato per frode in pubblica fornitura nell’inchiesta relativa ai camici alla Regione Lombardia
In pratica la conferma che non è mai stata una donazione e che senza l’inchiesta di Report l’azienda avrebbe incassato i proventi di una vendita privilegiata senza concorrenti.
(da agenzie)
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