AFFOLLAMENTO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA, IN ARRIVO UNA NAVE-QUARANTENA PER ALLEGGERIRE L’HOTSPOT
LAMORGESE LUNEDI VOLA TUNISI PER ARGINARE LE PARTENZE… MA ERA DI MAIO CHE AVREBBE DOVUTO INTERVENIRE PRIMA DELL’ESTATE FAVORENDO INVESTIMENTI ITALIANI IN TUNISIA, CON ACCORDI COMMERCIALI PER FAR FRONTE ALL’INSTABILITA’ ECONOMICA DEL PAESE
Tre o quattro giorni al massimo, il tempo di portare a termine la trattativa privata in corso, e al largo di Lampedusa arriverà la nave quarantena dove saranno trasportati molti dei migranti attualmente ospitati nell’hotspot dell’isola ormai al collasso.
È questa la soluzione su cui punta la Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, per disinnescare la situazione esplosiva che si è creata negli ultimi giorni sull’isola e per la quale il sindaco Salvatote Totò Martello ha proclamato lo “stato di emergenza”. Gli sbarchi continuano, il centro di accoglienza con oltre mille persone – la struttura può contenerne al massimo duecento – scoppia, stamattina il primo cittadino ha lanciato l’ennesimo Sos, ribadendo la necessità di “nuovi e immediati trasferimenti”.
Appello raccolto dalla ministra che si muoverà proprio in questa direzione. “Nel giro di tre o quattro giorni – assicurano dal Viminale fonti di primissimo piano – arriverà a Lampedusa la nave sulla quale sarà trasportata buona parte dei migranti attualmente ospitati nell’hotspot”.
Bisognerà aspettare che si concluda la trattativa privata in corso perchè le due gare pubbliche indette in precedenza sono andate deserte. Sulla nave, che dopo essere stata individuata dovrà essere attrezzata adeguatamente, i migranti resteranno in quarantena per quattordici giorni nel corso dei quali verranno effettuati loro i tamponi necessari a verificare se siano o meno positivi al nuovo coronavirus. Si procederà direttamente con i tamponi per un motivo sostanziale.
“Si è visto che i test sierologici (fino ad ora effettuati ai migranti sull’isola, ndr) non servono a nulla, è capitato che persone arrivate, negative ai test sierologici a Lampedusa, siano poi risultate positive ai tamponi effettuati nei centri dei Comuni nei quali erano state trasferite”, puntualizzano dal Ministero dell’Interno.
Il riferimento è a quanto accaduto a Potenza, dove 26 bengalesi arrivati da Lampedusa con in tasca il certificato di negatività , si siano scoperti positivi dopo il tampone cui sono stati sottoposti nella struttura che li ospitava, sollevando le proteste del sindaco Mario Guarente che si è detto pronto ad innalzare “barriere umane qualora arrivassero altri migranti privi di certificato che ne attesti il reale stato di negatività ”.
La decisione del Viminale di puntare sui tamponi, dunque, mira pure a dare ai sindaci e agli amministratori, preoccupati – come ha spiegato ad HuffPost anche l’Anci – dal rischio che l’accoglienza possa incrementare la diffusione del contagio, le garanzie che chiedono e contestualmente a stroncare sul nascere eventuali polemiche e rimostranze.
Una pressione causata soprattutto dalla situazione di instabilità , politica e istituzionale, in cui è precipitata la Tunisia.
Parte da là , infatti, la maggior parte dei migranti arrivata negli ultimi giorni sull’isola, su barchini “che bisogna fermare alla partenza”, spiegano dal Ministero dell’Interno. L’emergenza che si sta riverberando sul nostro Paese sarà tra i temi principali che la ministra Lamorgese affronterà lunedì nella sua visita ufficiale a Tunisi, nella quale incontrerà il Presidente della Repubblica, Kais Saied, e il ministro dell’Interno uscente, Hichem Mechichi.
Ma il ministro degli esteri italiano avrebbe dovuto muoversi prima dell’estate e proporre investimenti al governo di Tunisi in modo da far abbassare il tasso di disoccupazione nel Paese.
I migranti che arrivano a Lampedusa sono quasi tutti tunisini che poi dovremmo pure mandare indietro in quanto sono migranti economici in cerca di lavoro.
Siamo riusciti invece persino a dare un colpo al loro turismo, impedendo che gli italiani possano andare in Tunisia per turismo quando le cifre del contagio in Tunisia sono ridicole.
Tutto per favorire “le vacanze in Italia”, salvo poi ritrovarsi migliaia di tunisini alle porte quando avrebbero potuto lavorare nel settore turistico nel loro Paese.
(da agenzie)
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