FONTANA SI VEDE “ROTTAMATO” DALL’AUTOCANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI (CHE HA GIA’ RICEVUTO L’ENDORSEMENT DI CALENDA)
IL GOVERNATORE LEGHISTA SPARGE VELENO: “BISOGNA CAPIRE DOVE INTENDE CANDIDARSI, NEL CENTRODESTRA, NEL CENTROSINISTRA…SE SI SENTE A DISAGIO CI SONO TANTE OPPORTUNITA'”
«Sono concentrata sulla mia Regione. Aspetto un chiarimento dopodiché mi riterrò libera e indipendente di fare le mie scelte, come sempre». È un vero aut aut quello che Letizia Moratti lancia al centrodestra. Se non riceverà in tempi brevi una risposta chiara alla sua disponibilità a candidarsi come presidente della Lombardia, è pronta a salpare per altri lidi.
Quale sia il porto dove attraccare, Moratti non lo dice e lascia aperte tutte le strade, sia quelle che portano a confermare la sua candidatura al di fuori del perimetro del centrodestra, sia quelle che portano in direzione della Capitale.
A conferma della sua determinazione sottolinea che non crede agli «steccati ideologici» e a chi, su La7, le chiede se sente il centrodestra come la sua casa, risponde: «Mi sono sempre considerata al servizio dei cittadini, l’ho fatto sempre in maniera civica.Quindi il mio è un impegno civico».
Impegno che da mesi è diventato un vero tour de force. Moratti sta lavorando alla sua lista civica senza pause. Incontri, cene, sondaggi. Quello commissionato a fine marzo e tenuto sottotraccia mette a confronto la sua candidatura con quella del suo «capo», il governatore leghista Attilio Fontana che a oggi ha ricevuto la benedizione di Salvini ma è in attesa di essere confermato da tutto il centrodestra come successore di se stesso.
Il risultato vedeva Moratti con la sua lista civica e il centrodestra al 59,2 per cento, mentre Fontana si sarebbe dovuto «accontentare» del 51,2.
Tutti indicatori che hanno portato Moratti a spingere sull’acceleratore e a intensificare la sua marcia di avvicinamento. Lunedì sera ha incontrato a cena l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, e gli ha chiesto di far parte della sua lista civica. «Mi sono riservato del tempo per riflettere – ha detto Albertini – sono convinto che la Moratti in prima istanza punta a essere il candidato del centrodestra, non l’antagonista. Serve che chi deve decidere lo faccia in fretta».
Il clima da elezioni anticipate contagia anche la Lombardia. Pochi minuti prima, al Pirellone, era toccato al governatore Attilio Fontana dare fuoco alle polveri. «Sulla candidatura di Moratti bisogna cercare di capire un po’ di cose. Intanto dove eventualmente intende candidarsi: ho letto nel centrodestra, nel centrosinistra, è intervenuto anche Letta per smentire una candidatura nel centro».
In coda il veleno: «Se si sente a disagio, ci sono tante opportunità».
Ogni riferimento all’endorsement di Carlo Calenda è puramente voluto. «Letizia Moratti sarebbe un’ottima candidata a fare il presidente della Regione», aveva detto il leader di Azione poche settimane fa.
Fatto sta che le parole dell’ex sindaco di Milano hanno creato non poche fibrillazioni all’interno del mondo leghista che ieri, in una riunione fiume in presenza del governatore e del coordinatore regionale del partito Fabrizio Cecchetti, ha riconfermato con forza che il loro candidato è Fontana e, qualora arrivasse il via libera di tutto il centrodestra e Moratti dovesse confermare la sua candidatura, «qualche riflessione andrà fatta».
Traduzione: dimissioni da vicepresidente della Regione. Sempre ieri ha ripreso a circolare la voce delle dimissioni anticipate di Fontana per accorpare le elezioni regionali con le politiche. Un’ipotesi già smentita giorni fa sia da Fontana sia dai vertici del Carroccio perché, se è vero che metterebbe in difficoltà il centrosinistra ancora alla ricerca del candidato, dall’altra risulterebbe un’operazione quanto mai complessa e pericolosa, in primis perché tra le dimissione e la ricandidatura di Fontana si aprirebbe un varco dove potrebbero infilarsi altre candidature, a partire da quella di Letizia Moratti.
(da La Repubblica)
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