BEPPE GRILLO MINACCIA CONTE: “SE CAMBI REGOLA DOPPIO MANDATO ME NE VADO”
CONTE AVEVA APERTO ALLA POSSIBILITA’ DI SALVARE CINQUE BIG
Secondo indiscrezioni, a quanto apprende l’AdnKronos, Beppe Grillo avrebbe lanciato l’aut aut al leader del Movimento, Giuseppe Conte, minacciando, in una telefonata avuta nella serata di ieri, di lasciare il M5s se venisse introdotta anche una piccola modifica a uno dei pilastri del M5s, il tetto dei due mandati: “Se deroghi al secondo mandato dovrai fare a meno di me, lascio il Movimento 5 Stelle”, l’affondo del fondatore e garante.
Da qui alle prossime 48 ore il nodo comunque andrà sciolto, tra domani – con il rientro di Conte a Roma – e venerdì una decisione verrà presa.
Ma sul punto il fondatore del M5s sarebbe irremovibile, contrario anche alla micro-deroga, caldeggiata dall’ex premier, che salverebbe appena 4-5 fedelissimi, tra cui per esempio la vicepresidente del Senato Paola Taverna o il presidente della Camera Roberto Fico.
Conte, stando alle voci interne del Movimento, non avrebbe nessuna intenzione di andare allo scontro con Grillo, ecco perché le possibilità di arrivare a una ‘eccezione’ sarebbero scarsissime, mentre sale lo sconforto dei parlamentari con due mandati alle spalle.
Sul tavolo c’è anche la questione delle parlamentarie, ovvero la selezione dal basso per le liste che da sempre ha contraddistinto le candidature in casa M5S. I tempi stringono ed è complicato metterle in piedi, anche se da Statuto -articolo 7, lettera A – sarebbero previste.
Come ha scritto sull’Adnkronos Ileana Sciarra, la più informata dei cronisti politici che seguono i 5 stelle, il fondatore del M5s è pronto a tutto pur di difendere la regola del doppio mandato, fino ad arrivare a minacciare l’addio dalla sua creatura politica
«Il simbolo è di Grillo, anche se Conte dovesse decidere di rompere – e non lo farebbe mai – andremmo a sbattere. E’ Grillo che ci lascia senza M5S, non il contrario», ragiona un big pentastellato con l’Adnkronos
I tempi stringono ed è complicato metterle in piedi, anche se da Statuto – articolo 7, lettera A – sono previste. Grillo, raccontano alcuni beninformati all’Adnkronos, sarebbe per mantenerle, il che si traduce – per gli aspiranti deputati e senatori pentastellati – nella presentazione di certificato penale, certificato dei carichi pendenti e il 335 c.p.p. se a conoscenza di indagini o procedimenti penali a carico. Documenti difficili da tirare fuori nel mese di agosto. Tanto che, nei vertici, si era anche ragionato dalla possibilità di ovviare con un escamotage, magari sottoponendo le liste, già definite, al voto della base.
(da Open)
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