FORZA ITALIA, DOPO LO STRAPPO DI MARIAROSARIA ROSSI IL PARTITO TEME UNA FUGA DI PARLAMENTARI
LA VENDETTA DELLA ZARINA CONTRO IL NUOVO CERCHIO MAGICO
“Ho votato la fiducia al presidente Conte perchè non è un esponente dei partiti. E poi perchè in questo straordinario e delicato momento il presidente del Consiglio è la nostra unica interfaccia in Italia e nel mondo”.
Sembrano le parole di una lungimirante analista politica. Parla invece Mariarosaria Rossi, ben più che una semplice senatrice di Forza Italia. E lo fa dopo aver consumato il più clamoroso degli strappi, votando la fiducia all’esecutivo giallorosso: proprio lei, collaboratrice inseparabile di Silvio Berlusconi negli anni del “cerchio magico”, del quale costituiva anello fondamentale a cavallo dell’ultimo governo di centrodestra.
“La visione di Conte è di una politica liberale, europeista e garantista – continua – E io questa visione l’ho sposata nel 1994 e da questa visione non mi separerò mai perchè ci credo ora più di allora”.
Insomma, una scelta in continuità col berlusconismo, a sentire lei. “No, non ho condiviso questa decisione con il presidente Berlusconi – tiene a precisare per fugare i sospetti che fioriscono il giorno dopo – Ma questo non significa che ho rotto con il presidente: il mio rapporto di stima e di amicizia con lui resta immutato e immutabile”.
Che sia davvero così, non tutti sono disposti a crederlo in Forza Italia. Chi conosce le dinamiche interne alla “corte” del Cavaliere sostiene che la mossa sia stata dettata da un desiderio di “vendetta” della zarina del vecchio “cerchio magico” contro le titolari del “nuovo” che ha da anni circonda l’anziano leader.
La Rossi da tempo non riusciva più a mettersi in contatto con l’inquilino di Arcore, non aveva più alcun ruolo nel partito (ne era stata tesoriera nella fase aurea per lei), soprattutto da quando a gestire l’agenda è stata l’attuale braccio destro, la senatrice Licia Ronzulli.
E ancor più da quando la fidanzata del leader non è stata più l’amica Francesca Pascale ma la nuova Marta Fascina, deputata di origini calabresi.
La conferma della rottura definitiva del resto è arrivata pochi minuti dopo l’inatteso voto di fiducia a Conte. Il numero due Antonio Tajani ha espulso lei e il suo collega Andrea Causin, come aveva fatto 24 ore prima con la deputata Renata Polverini.
Il timore dentro Forza Italia è che la perdita di due senatori su 54 sia solo l’inizio di un’emorragia ben più consistente che potrebbe riprendere nelle prossime settimane. Anche per tenere compatto il gruppo su una linea dura, Antonio Tajani in queste ore ha alzato il tiro contro il governo Conte, mentre Salvini e Meloni invocano l’intervento del Colle per porre fine al cammino dell’esecutivo e della legislatura.
“Se saremo determinanti sullo scostamento di bilancio, allora il premier salga al Colle”, attacca l’ex presidente forzista del Parlamento europeo.
(da “La Repubblica”)
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