FRANCESCO PICCOLO: “ECCO PERCHE’ NON ANDRO’ A FRANCOFORTE CON LA DELEGAZIONE ITALIANA”
IL PREMIO STREGA 2014: “NON SI TRATTA DI POLITICA, MA DI LETTERATURA, IL GOVERNO NON DIMOSTRA LEALTA’ E BASI CULTURALI SE ESCLUDE SAVIANO”
Devo dire che mi mette a disagio dire un no almeno quanto mi mette a disagio andare a Francoforte dopo questa scelta di esclusione di Roberto Saviano. Non mi piace prendere posizioni pubbliche, ancorché virtuose, me ne vergogno. Ma qui non c’è in ballo la politica, bensì la letteratura.
Avevo accettato l’invito a essere parte della delegazione italiana perché ritengo insensato che le circostanze politiche del presente condizionino una così prestigiosa vetrina culturale: l’Italia è paese ospite alla Fiera di Francoforte non per circostanze presenti, ma per una storia che prescinde da queste. E in più, ritengo fino a prova contraria che accettare il verdetto di elezioni democratiche e i governi che ne conseguono sia una delle leggi fondamentali della Costituzione: anche, e soprattutto, quando al governo ci va chi non senti ti rappresenta. È su questo punto di partenza che costruisco anche il mio pensiero pubblico, la mia funzione intellettuale.
Ma i patti devono essere reciproci: io accetto pienamente il potere di una parte politica che non condivido; la parte politica si comporta secondo lealtà, sensatezza, consapevolezza e basi culturali solide. E non usa il suo potere (frutto di circostanze presenti) per decidere su (in questo caso) scrittori che lavorano da molto tempo prima delle circostanze presenti e dai commissari straordinari del momento.
Ritengo semplicemente che l’Italia non possa non essere rappresentata anche dall’autore di Gomorra, un libro tradotto in tutto il mondo (e a seguire tutti i suoi altri). Non mi sento legittimato a rappresentare un gruppo di lavoro se manca qualcuno che evidentemente doveva esserci.
(da agenzie)
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