FRATELLI D’ITALIA COME CAINO E ABELE: CONTESTATA LA LINEA DELLA MELONI
ESODO DI CONSIGLIERI E DIRIGENTI: IADICICCO VERSO LA LEGA, SANTONI VERSO ALTRI LIDI, POLITI E FIGLIOMENI VERSO IL GRUPPO MISTO, ALTRI 11 CONSIGLIERI MUNICIPALI LI SEGUONO
Federico Iadicicco, storico esponente della destra giovanile di Alleanza Nazionale e figura di punta dell’ambiente pro-life in Fratelli d’Italia, sarebbe in procinto di lasciare il partito di Giorgia Meloni per dirigersi verso la Lega.
La notizia, anticipata dal Tempo qualche giorno fa, sarebbe già conosciuta dall’ex ministro della Gioventù che avrebbe tentato invano di fargli cambiare idea. E non è l’unico.
Anche Fabrizio Santori, che ha criticato apertamente la linea del partito negli scorsi mesi e d’altro canto proprio sul giornale romano si firma come portavoce del movimento Difendiamo l’Italia, sarebbe in partenza insieme ad altri consiglieri nei territori, anche se l’approdo non dovrebbe essere il Carroccio.
Sotto accusa c’è la gestione del partito da parte di Giorgia Meloni, che avrebbe una linea troppo simile a quella della vecchia AN.
Di certo nelle decisioni dei due hanno anche influito i risultati elettorali: Iadicicco, candidato all’uninominale, ha perso a Roma contro Emma Bonino mentre Santori non è riuscito a farsi eleggere in Regione Lazio.
Stamattina proprio il Tempo scrive che due consiglieri comunali, Maurizio Politi e Francesco Figliomeni, dovrebbero uscire dal gruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio per approdare al misto, insieme ad undici consiglieri municipali: sei del gruppo Santori (Emiliano Corsi, Giusy Guadagno, Giovanni Picone, Marco Giudici, Francesca Grosseto e Daniele Catalano) e cinque del gruppo Iadicicco (Flavia Cerquoni, Fulvio Accorinti, Giuseppe Scicchitano, Sandra Bertucci e Antonio Villino).
Ma se davvero fossero queste le dimensioni dell’esodo, questo assumerebbe la forma di un’ecatombe vera e propria per un partito che soltanto nel 2016 sfiorava il ballottaggio per il sindaco.
D’altro canto è sempre più difficile per FdI differenziarsi dalla Lega al governo, che però è in crescita ed è in grado di fare molto di più da quegli scranni.
L’esodo è naturale, come a Ferragosto.
(da “NextQuotidiano”)
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