GENOVA, BILANCIO DELLA GUERRIGLIA ANNUNCIATA: 36 FERITI TRA LE FORZE DELL’ORDINE, 12 TRA I TIFOSI, SEQUESTRATE DECINE DI MAZZE DI FERRO, COLTELLI E CASCHI
UN INTERO QUARTIERE HA DOVUTO ASSISTERE A SCONTRI FINO ALL’1 DI NOTTE PERCHE’ NON SI E’ IN GRADO DI NEUTRALIZZARE 300 ULTRAS CHE NON HANNO DI MEGLIO CUI PENSARE
E’ stato scarcerato con l’obbligo di firma tre volte alla settimana il tifoso sampdoriano che ieri sera è stato arrestato in flagranza dalla polizia in corso De Stefanis dorante gli scontri post derby. L’uomo, operaio 50enne, è accusato di resistenza.
In corso De Stefanis enorme disparità numerica tra ultras e forze dell’ordine
Quella di corso De Stefanis è stata la fase più dura dei tafferugli con la polizia andati in scena ieri sera. I poliziotti dei reparti mobili si sono improvvisamente trovati di fronte oltre centocinquanta ultras doriani che avevano sfondato i tornelli della Sud e volevano andare a cercare gli avversari. La partita era pienamente in corso ma gli ultras – come ampiamente prevedibile – hanno visto come uno sfregio l’esposizione al contrario dei vessilli del club Ultras Tito Cucchiaroni, rubati dai rossoblù la notte tra il 5 e il 6 maggio mentre la sede era vuota, dopo l’assalto dei doriani in piazza Alimonda.
E così meno di trenta tra poliziotti e carabinieri – alcune squadre erano andate a mangiare visto che il match era ancora in corso – si sono trovati a fronteggiare un gruppo di tifosi cinque volte più numeroso e pronto a tutti. Infatti è proprio in questa fase ha le forze dell’ordine hanno riportato il numero più alto di feriti, una dozzina in una manciata di minuti.
Da lì a poco anche la frangia più violenta dei tifosi rossoblù ha abbandonato la Nord ed è stata tenuta a bada dagli altri reparti schierati. Le due tifoserie non sono quindi praticamente mai venute a contatto.
I marsigliesi portati in Questura: due sono stati arrestati
Sono due invece i tifosi violenti arrivati da Marsiglia che quasi allo scadere del termine per il cosiddetto fermo per identificazione sono stati arrestati grazie ai filmati della polizia scientifica e delle telecamere della zona che li immortalerebbero tra i protagonisti degli scontri di via Canevari. Stanotte, dei tifosi francesi arrivati a supporto del Genoa, ne sono stati fermati sette a bordo di un’auto. Avevano passamontagna, bastoni, petardi coltelli e sfere d’acciaio. Cinque di loro sono stati invece denunciati con decreto di allontanamento del prefetto.
Trentasei i feriti tra le forze dell’ordine
Il bilancio dei feriti tra gli operatori delle forze di polizia è di 36 su 39 in totale: 19 Polizia di Stato, 16 Carabinieri, 1 Guardia di Finanza, che hanno riportato lesioni con prognosi dai 7 ai 35 giorni, perché colpiti da lancio di oggetti contundenti e bombe carta e dall’uso di bastoni, mazze e cinghie. Le lesioni più gravi riguardano la frattura di una mano, che ha comportato un intervento chirurgico di urgenza, la frattura di più costole e un trauma cranico, numerose le ferite lacero contuse suturate. Tanti i medicati sul posto grazie al pronto intervento del 118 che, completato il servizio, si sono recati presso gli ospedali cittadini. Feriti 5 tra dirigenti e funzionari della Polizia di Stato.
Denunce e sequestri prima e dopo il derby
Già la notte precedente il dery tre tifosi di 21, 29 e 50 anni, già destinatari di Daspo, erano stati denunciati perché a bordo di un’auto in via Duca D’Aosta erano stati trovati in possesso di una mazza di legno, due bastoni di plastica dura, 4 caschi da moto, 36 fumogeni e un coltello a serramanico.
Dopo gli scontri delle 14 erano stati sequestrati 17 tra mazze e bastoni, un manganello telescopico e un coltello con una lama di 20 centimetri. E a fine serata, dopo l’ultima fase di tafferugli in via Bobbio le forze dell’ordine hanno trovato nascoste e sequestrate 3 aste di legno, 4 di metallo pesante e 7 di plastica dura.
Oltre ai marsigliesi altri sette tifosi genovesi di cui sei minorenni sono stati denunciati per porto di oggetti atti a offendere.
L’arresto differito e le indagini per identificare i violenti
I successivi strumenti per individuare i responsabili dei tafferugli che hanno tenuto in ostaggio per tutto il giorno (basti pensare agli scontri delle 14) e fino a notte fonda il quartiere di Marassi sono il cosiddetto arresto differito, che consente un arresto ‘in flagranza’ fino a 48 ore dopo il fatti, oppure quello delle successive analisi delle immagini video per identificare i violenti che possono portare a denunce ma anche a misure cautelari.
L’allerta della Questura ai pm sui possibili scontri
Ci sono almeno due elementi su cui al momento non è stata fatta chiarezza dalle fonti ufficiali rispetto quanto accaduto ieri sera e stanotte. In primo luogo resta il nodo di una partita che probabilmente non doveva proprio giocarsi o almeno non a Marassi e non alle 21 di sera visto che di notte, con il favore del buio, è evidente che i rischi per l’ordine pubblico siano più elevati. La scelta sul consentire o meno di svolgere la partita, sugli orari e sulle condizioni dipende dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. La Questura aveva tra l’altro informato con un’annotazione la Procura di Genova sul fatto che c’era un’alta probabilità di scontri.
Ma la scelta è stata quella di giocare prevedendo un massiccio impiego di forze dell’ordine. Circa 400 uomini con reparti e mezzi arrivati anche da fuori Genova, nonché l’impiego di strumenti come gli alari (portati e non utilizzati) e cani da ordine pubblico.
Il giallo degli striscioni rubati entrati al Ferraris
L’altra questione, che poi è all’origine del caos che si è scatenato nelle strade è quella degli striscioni ‘rubati’ fatti entrare allo stadio Luigi Ferraris nonostante quelli che erano stati annunciati come maxi-controlli all’ingresso. Non è chiaro se i vessilli fossero già dentro lo stadio ma in ambienti di tifoseria circola la voce che siano entrati ieri sera, insieme ai tifosi. Occorre precisare che i controlli all’ingresso sono compito degli steward alla presenza comunque delle forze dell’ordine, ma non si tratta di una vera perquisizione. E’ probabile – si dice in ambienti investigativi – che gli striscioni grandi siano entrati ‘spezzati‘ e poi rimessi insieme dentro lo stadio. Dopo l’esposizione da parte della gradinata Nord degli striscioni dell’Ultras Tito, esposti al contrario, la Sud ha risposto con il vessillo portato via in piazza Alimonda.
Nelle scorse settimane la Digos avrebbe cercato una mediazione per impedire il gesto clamoroso ma evidentemente il dialogo questa volta non ha funzionato. E il fatto che gli striscioni della Samp siano ancora in mano ai genoani è un elemento che preoccupa perché potrebbe portare a nuove vendette.
(da Genova24)
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