GENOVA, LA PROTESTA DEI DISABILI CONTRO I TAGLI DI TOTI: “RISPARMIATE SUI PIU’ FRAGILI”
FAMIGLIE ED ENTI NO-PROFIT DENUNCIANO I VERGOGNOSI TAGLI DELL’ASSESSORA LEGHISTA… E TOTI FA CHIUDERE LA DIRETTA STREAMING PER PAURA DI PERDERE CONSENSI
“Con il Piano sociosanitario rischiamo di chiudere o di diventare troppo cari e non aiutare più nessuno”: è una mobilitazione generale, quella del comparto della disabilità , contro il Piano sociosanitario, in discussione in consiglio regionale in queste ore.
Genitori di persone disabili, operatori, dipendenti delle strutture: l’urlo è unico e lo hanno lanciato, chiaro, ma composto, in un centinaio, nell’aula del consiglio regionale.
“Il Piano sociosanitario taglia fuori le persone dalle strutture”, dicono le famiglie. “Qui sono a rischio posti di lavoro, perchè il Piano prevede ancora tagli a questo settore”, denuncia Fulvia Veirana, Cgil, mentre molti operatori mettono bene in chiaro: “Pagare di meno i dipendenti significa abbassare la qualità del servizio ovvero mettere a rischio la salute degli utenti”.
Davanti a una giunta pietrificata e muta, si sono alternati al microfono tanti testimoni ed operatori del mondo della disabilità , che con grande dignità e nessuna rabbia hanno chiesto alla giunta di rivedere il provvedimento che nel Piano sociosanitario riduce ancora i trasferimenti a un comparto così delicato.
Scoppia anche la bagarre politica, perchè il Pd, con la capogruppo Raffaella Paita e il consigliere Pippo Rossetti, ha scoperto che la Regione ha sospeso la diretta streaming dei lavori del consiglio durante l’audizione, commovente, degli operatori e dei familiari delle persone disabili. “La Regione censura i più fragili, i più deboli”, attaccano Paita e Rossetti.
“L’approccio di questo Piano sociosanitario è contabile e scarica sulla parte più fragile della società i costi della sanità pubblica – denuncia Veriana – questo ridurrà l’accesso alle strutture e le prestazioni”.
Ciò che, più direttamente, spiegano i familiari dei disabili è una realtà quotidiana: “Questo significa che i disabili ritornano in carico totale alle famiglie, con le tante difficoltà che le famiglie possono avere e isolando gli stessi disabili che invece possono migliorare la propria situazione in contesti di comunità “.
Solenne e grave, tra i tanti appelli, quello del presidente dello storico Istituto Chiossone di Genova, che festeggerebbe i 150 anni di storia, se non fosse per il Piano: “Con questi provvedimenti, anche noi che abbiamo sempre resistito, andremo in crisi”.
(da agenzie)
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