GENOVA, LE TELECAMERE CONFERMANO L’AGGRESSIONE DEI MILITANTI DI CASAPOUND AI GIOVANI DI SINISTRA E LA COLTELLATA
IL CAPO DELLA PROCURA COZZI: “FATTO GRAVE, NESSUN SPAZIO ALLA VIOLENZA, LA RISPOSTA SARA’ IMPORTANTE A PRESCINDERE DALLE FAZIONI”… E A GENOVA SI RITORNA AL CLIMA DEGLI ANNI ’70, COMPLIMENTI AL CUOCO
Le telecamere offrono la prima conferma, certificano che l’aggressione c’è stata.
Di più: alcuni, informali riscontri eseguiti da un medico legale sull’immagine della ferita, consentono d’ipotizzare con un buon margine di certezza che quella inferta venerdì sera in piazza Tommaseo, nel quartiere Foce dell’immediato levante genovese, fosse con ogni probabilità una coltellata.
Un’aggressione che, sostiene un gruppo di antifascisti, è arrivata da parte di alcuni esponenti di CasaPound.
Sull’episodio interviene subito il governo e lo fa con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Dice il Guardasigilli: «Esprimo la mia solidarietà all’antifascista aggredito l’altra notte da alcuni militanti di CasaPound a Genova. Un episodio di violenza intollerabile».
Prosegue: «Stiamo assistendo a un crescendo d’intimidazioni e aggressioni che, anche in un passaggio politico delicato per il nostro Paese, tentano di avvelenare il clima del territorio». Ancora: «Davanti a un’inquietante recrudescenza di minacce di ispirazione fascista, bisogna rispondere in maniera unitaria, concreta e determinata. Tutte le forze che hanno a cuore la democrazia devono ribadire che non ci può essere spazio e riconoscimento per chi pensa di affermare le proprie idee con la violenza e con le intimidazioni».
Il capo della Procura, Franco Cozzi, pronuncia parole tranchant: «In questa città non c’è e non ci sarà spazio per la violenza politica e non si minimizzerà quanto accade. Ovviamente vanno condotti accertamenti approfonditi; ma davanti a prove di aggressioni gravi, la risposta dell’autorità giudiziaria sarà importante a prescindere dalle fazioni. È evidente che una coltellata, se confermata da riscontri investigativi, rappresenta un fatto grave».
Le parole di del capo della procura Cozzi erano arrivate a poche ore dalla denuncia, da parte del collettivo “Genova Antifascista”, d’una spedizione punitiva andata in scena nella serata di venerdì.
Un gruppo di antagonisti stava affiggendo volantini a poche decine di metri dalla sede di CasaPound, che nel capoluogo ligure ha assunto (anche) le sembianze dell’ associazione “La Cambusa”. «A un certo punto – hanno accusato su Facebook gli antifascisti – una trentina di persone è uscita proprio dalla sede di CasaPound, armata di cinghie, bottiglie e altri oggetti, e si è accanita su di noi».
Il clima in città sta diventando teso, sono numerose le prese di posizione e gli appelli in vista di una manifestazione indetta per il 3 febbraio. Nel mirino anche la giunta in Comune e Regione di centrodestra accusata di fare da sponda a politiche xenofobe, in particolare diversi esponenti della Lega.
Ora si raccolgono i frutti in una città che sembra ripiombata nel clima degli anni ’70 .
Complimenti al cuoco.
(da “il Secolo XIX”)
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