GHEDDAFI ORA CHIEDA SCUSA ALL’ITALIA E RISARCISCA 3 MILIARDI AI PROFUGHI ITALIANI
ACCORDO SENZA DIGNITA’ DEL GOVERNO ITALIANO CON LA LIBIA… 5 MILIARDI DI DOLLARI PER PRESUNTI DANNI COLONIALI: AUTOSTRADE, ALLOGGI, BORSE DI STUDIO, PENSIONI ALLA LIBIA, IN CAMBIO DI QUALCHE BARILE DI PETROLIO IN PIU’ E UN MAGGIORE IMPEGNO PER BLOCCARE I CLANDESTINI.… AI VENTIMILA PROFUGHI ITALIANI CHE NEL 1970 VENNERO CACCIATI DALLA LIBIA, CON LA CONFISCA DEI BENI E PERSINO LE SPOGLIE DEI PROPRI CARI, CHI RESTITUISCE I 3 MILIARDI DI EURO DI DANNI?
La visita del premier Silvio Berlusconi a Bengasi ha portato a conclusione l’accordo di cooperazione e amicizia tra l’Italia e la Libia con tanto di firma e foto dei nipoti.
L’Italia si è impegnata a versare nell’arco di venti anni la somma di 5 miliardi di dollari a titolo di “risarcimento per il passato coloniale”. Se pensate che l’occupazione italiana in Libia risale al 1911, verrebbe da sorridere a tanta tempestività .
Se poi considerate che l’epoca del colonialismo contraddistinse ben altri Paesi europei, sarebbe interessante analizzare quante altre Nazioni abbiano dovuto “pagare i danni” delle loro imprese coloniali. Di questo passo ci sarà chi riterrà di avere titolo per richiedere i danni causati dai garibaldini, chi dagli Asburgo Lorena, chi dai Borboni, chi da Napoleone. Basta mettersi in coda, qualcosa magari prima o poi arriverà .
Per non parlare degli Stati Uniti che hanno bombardato mezzo mondo e disseminato di mine mezzo pianeta: si dovrebbero impegnare anche il Golden Gate il giorno che qualcuno pretendesse da loro un risarcimento. Ma la farsa italiana è andata in scena sotto la tenda del Colonnello, grande istrione e abile politico ( non a caso governa la Libia da quando aveva 27 anni) che è riuscito a ottenere dal nostro Governo una serie di benefit.
La costruzione a nostre spese di un’autostrada che collegherà Ras Jdayr ad Amsa’ad, una litoranea di 1700 km che ricalca la vecchia via Balbia ( una delle tante opere che l’Italia costruì in terra libica), e che unirà il confine con l’Egitto e quello con la Tunisia.
Un’opera fondamentale per lo sviluppo del Paese, per cui aspettavano i nostri soldi, in quanto notoriamente Gheddafi, con il petrolio di cui dispone, non avrebbe avuto i soldi per costruirla… Altri quattrini italiani per costruire 200 alloggi ( le case le facciamo solo all’estero…), borse di studio per gli studenti libici, pensioni di invalidità a volontà . Totale 5 miliardini di dollari a fondo perso, da devolvere alla causa.
In cambio, se Gheddafi non cambierà idea, un incremento della fornitura di petrolio e di gas ( già oggi la Libia ci fornisce il 30% del nostro fabbisogno) e un maggiore impegno nel pattugliamento delle proprie coste contro l’immigrazione clandestina.
Un flusso impressionante che ha portato dalle coste libiche nel nostro Paese 16.800 clandestini nel 2006 e già 14.400 nei primi sette mesi di quest’anno.
L’accordo prevederebbe “pattugliamenti congiunti” delle coste libiche ( ovvero gli dobbiamo fornire le nostre motovedette) e nuove dotazioni, radar moderni, a nostre spese ovvio.
Ma ritorniamo alla figura del Colonnello, capace sempre di ottenere il massimo, anche nella sua ambiguità comportamentale di abile tessitore. Ricordiamo che appena tredici mesi dopo il suo insediamento nazionalizzò tutte le imprese e cacciò, il 7 ottobre 1970, 20mila italiani e 40mila ebrei, istituendo la “giornata della vendetta”.
E’ da questi profughi italiani che si alza oggi una clamorosa e legittima protesta con accuse ” a un governo cinico a cui non sappiamo come rispondere perchè, al contrario di Gheddafi, non abbiamo petrolio o clandestini da far sbarcare in Italia o consolati a cui appiccare il fuoco”.
E accusano: ” Siamo stati dimenticati dal Governo: un accordo da 5 miliardi di dollari firmato con la pistola del ricatto alla tempia e nulla per risarcire i 20mila italiani per i beni confiscati nel 1970. Qualcuno di noi lasciò Tripoli con una figlia di 18 mesi e le spoglie del padre ( anche quelle furono espulse). Ci rubarono aziende agricole strappate al deserto, frutto di anni di sacrifici. Mai avremmo creduto che un governo di centrodestra, i cui esponenti ci manifestavano solidarietà quando erano all’opposizione, si dimenticasse di noi”.
Nei cassetti ministeriali sono seppellite da tempo oltre 6mila domande di indennizzo. Il valore dei beni era nel 1970 di 400 miliardi di lire, pari a 3 miliardi di euro attuali.
Dal Governo libico mai nessuna risposta, i vari Governi italiani hanno tutti fatto finta di nulla. Sapete che avrebbe dovuto fare il buon Silvio sotto la tenda dei beduini?
Invece che tirare fuori l’album dei nipoti, avrebbe dovuto estrarre i conti che deve saldare il Colonnello.
Si faceva un bel conguaglio tra quello che pretendeva lui e quello che era il diritto nostro: una semplice operazione, 5 meno 3 = 2 miliardi che vengono a Gheddafi.
Giusto il costo dell’autostrada del Sole che lui non si può permettere, vivendo nell’indigenza. Almeno avremmo dimostrato un minimo di dignità …
Ultima considerazione: per fermare i clandestini che arrivano dalle sponde libiche non è necessario calarsi le braghe davanti al Colonnello. Le rotte sono note: basta sistemare le motovedette giuste ai limiti delle acque territoriali e sparare qualche innocua raffica dimostrativa.
E nessuno partirebbe se si sapesse che gli Italiani sparano. Si chiama “tutela delle proprie acque territoriali”, concetto semplice e chiaro, anche in lingua araba, specie se accompagnato dalla dovuta fermezza.
Consiglio a Calderoli che ha apprezzato l’accordo dicendo “l’importante sono i soldi”: come ministro “semplificatore”, mandi il suo sottosegretario ligure “fantasma” Balocchi a cercare le 6.000 domande di indennizzo dei profughi italiani dalla Libia, almeno fa qualcosa.
Se non le scambia per le cartelle del Bingo, magari le passa a chi di dovere per metterle in pagamento.
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