GLI ARANCIONI GIA’ LITIGANO: DE MAGISTRIS E INGROIA APRONO AL PD, IL NO DI “ALBA”
CONVENTION SEPARATE… I DEMOCRATICI FRENANO SU UN ACCORDO PER IL SENATO
Il plenum del Csm deciderà oggi sulla richiesta di aspettativa da parte di Antonio Ingroia per “motivi elettorali”, ma la quarta commissione, ieri, ha già dato il via libera.
Un sì scontato che apre al procuratore aggiunto di Palermo ora in Guatemala per un incarico Onu — le porte delle prossime elezioni politiche a capo del movimento arancione.
Peccato che il progetto non sia ancora nato, che già emergono divisioni e incertezze non da poco.
La prima: Ingroia continua a dire di non aver ancora deciso, nonostante sia il primo firmatario del manifesto “Io ci sto” insieme a Luigi De Magistris, Leoluca Orlando e il pdci Orazio Licandro.
La seconda: ieri il sindaco di Napoli ha chiarito che il Movimento Arancione è disponibile ad aprire un dialogo con il Pd se il segretario Bersani «avanzerà proposte di cambiamento come detto nella campagna per le primarie».
Questo però non è il disegno di buona parte di quello che doveva essere il movimento, che ancora si definisce come quarto polo: i professori dell’associazione Alba, Paul Ginsborg, Luciano Gallino, Marco Revelli, Livio Pepino (che per questo avrebbe addirittura litigato con l’amico Ingroia: «Ma come, ti corteggiamo da mesi e tu dici sì a quelli che vogliono andare col Pd?»), Paolo Ferrero di Rifondazione comunista. Fatto sta che il manifesto “Io ci sto” è stato delineato — con la complicità di Di Pietro — proprio per venire incontro ai democratici, e che nella stessa ottica va vista la lettera aperta a Bersani scritta nei giorni scorsi proprio da Ingroia su Micromega: lettera in cui il pm diceva di augurarsi una vittoria del segretario pd sottoponendo alcune condizioni.
Siamo alla quarta incertezza, che più che altro è una spaccatura: i sostenitori di “Io ci sto” si riuniranno con Ingroia venerdì al teatro Capranica di Roma.
L’assemblea di “Cambiare si può” (il nucleo originario, con Alba e Rifondazione) si terrà il giorno dopo.
Prenderanno strade diverse?
Quel che è certo, è che Oliviero Diliberto sta lavorando per tentare un’intesa col Pd già prima delle elezioni, magari un accordo tecnico al Senato che consentirebbe di temere meno lo sbarramento.
I democratici però frenano: «Abbiamo fatto le nostre scelte — dicono al secondo piano del Nazareno — le primarie hanno legittimato una coalizione, non è il caso di ridiscuterla adesso».
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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